Non solo per appassionati, ma per tutti…

Quando in Italia, negli ambienti di settore, si parla di terrazze aeroportuali, o non si comprende cosa siano, o si preferisce evitare di parlarne. Comunque, ti senti dire, “non saranno mai realizzate”.

Pur tuttavia, per chi ha l’età sufficiente da ricordare, esse esistevano, e come se esistevano a Malpensa, al Terminal 2 fino agli anni ’80, mi pare…; poi, chissà perché, qualcuno ha pensato di renderle inutilizzabili, ed è andata così fino ai giorni nostri.

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Queste le tarrazze del Terminal 2 in due cartoline dell’epoca…

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Un vero peccato se pensiamo che, appena fuori dai nostri confini alpini, presso lo scalo di Zurigo, le terrazze, da svariati decenni sono diventate un’attrazione turistica che alimenta considerevolmente il bilancio della società di gestione del maggior aeroporto elvetico.

E noi, come da tradizione, almeno una volta l’anno, in gruppo, organizziamo la nostra trasferta presso quelle che sono le terrazze aeroportuali europee più ambite da spotter, appassionati e gente del posto.

Sveglia di buon’ora il 26 giugno, con ritrovo in Piazza Unità d’Italia a Ferno, in prossimità della nostra sede sociale e 22 partecipanti provenienti anche da molto lontano, armati di ogni attrezzatura video-fotografica utile, corredata di batterie ben cariche per assicurare il carico di migliaia di scatti.

Le previsioni meteo non sono tra le migliori, ma nemmeno tra le peggiori. E quando Clipper si muove – lo sanno in tanti – sembra che Giove pluvio faccia finta di non guardare, lasciandoci fotografare tranquillamente in condizioni meteo pressoché sempre ottimali – lo abbiamo già sperimentato nella lunga carriera spotteristica di Malpensa, con una percentuale di pioggia o avversità meteo al di sotto del 20%.

Si parte alle 05,30 in punto, come da slot, con l’alba in autostrada Pedemontana, pronta a schiarire, con le sue fantastiche proiezioni di luce, anche le nostre aspettative fotografiche.

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Tuttavia, sappiamo bene che superate le Alpi italiane, oltre il Passo del Gottardo,

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la situazione potrebbe capovolgersi, e così è stato, fino al Lago dei Quattro Cantoni, quando gradualmente la situazione cominciava presagire la presenza in pianura di nubi basse e luce insufficiente.

In aeroporto invece, dopo quattro ore di viaggio, le condimeteo erano senz’altro a noi favorevoli con una temperatura accettabile e clima abbastanza fresco e stabile.

Senza perdere tempo – perché a Zurigo ci siamo venuti apposta – abbiamo attraversato velocemente la parte del terminal che conduce alle terrazze.

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Gli architetti hanno scelto delle lampade a tema: la turbina…

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Si va tutti verso il gate per le Terrazze, appena ristrutturato…

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Il corridoio dedicato già offre l’idea del movimento costante di visitatori che alle 10,00, al nostro arrivo, stanno già lasciando le terrazze dopo una breve permanenza

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L’area scoperta riservata all’attesa per l’accesso alla biglietteria

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Tutti in coda per acquistare il biglietto

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La biglietteria con annesso il banchetto gadgets

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Il timbro dell’aeroporto sulla mano come souvenir

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Gadgets per tutti i desideri, per grandi e piccini…

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L’angolo promozionale di AirBerlin in collaborazione con Lindt

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Bambini super impegnati a sperimentare giochi a tema…

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La parete appiccicosa…

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Una delle tante attrazioni con tanto di musica live

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Un banchetto adibito all’assistenza dei visitatori, gestito da volontari di associazioni del settore

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Il minijet

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All’interno si impara a volare

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I tappeti elastici con “vista pista”

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Uno dei due segmenti laterali della terrazza già gremito alle 10,30

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Mentre i ragazzi giocano, i grandi osservano i decolli

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E un Airbus A-340 di Swiss lascia la pista

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E, mentre i ragazzi si alternano in torre di controllo

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Gli appassionati immortalano l’Airbus A-380 special colour di Singapore Airlines

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Cosa ne dite dell’area pic-nic…

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Ma i ragazzi non sono ancora stanchi… e vai con qualche tiro in porta…

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Un saluto al comandante “Aquila”

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Cosa ne pensate se cavalchiamo un jet…

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Oppure farsi …inseguire da un aereo in decollo

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O farsi ingoiare da un  “pesce pilota”

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Nel frattempo decolla un Boeing B-789 di Ethiad

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Mentre in cabina ci si prepara per il volo…

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Noi discutiamo sulle performance dell’aeroplano

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E, ogni tanto, sotto la terrazza si ferma l’autobotte dei Vigili del Fuoco aeroportuali che mettono in mostra la loro artiglieria…

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Mentre a qualcuno basta un piccolo salto per volare leggero

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Qualcun’altro preferisce tenere i piedi per terra, pardon, il carrello…

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O far girare una nacelle

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CONCLUSIONI

Abbiamo pensato, con questo articolo, di porre semplicemente in evidenza con l’aiuto di immagini senz’altro significative, la misura del ritardo del nostro sistema di incoming turistico aeroportuale rispetto ai Paesi con noi confinanti. Infatti, risultano ben delineati e chiari i programmi offerti dalle Gestioni aeroportuali dei grandi aeroporti europei, Zurigo Kloten in primis, che negli ultimi tre anni ha totalizzato 1 milione di presenze in terrazza, per un ricavo pro capite medio di 5,00 CHF, ivi compresi i tour aeroportuali.

In una sola giornata, quella della nostra trasferta, ricavi per oltre 10.000,00 €, ad esclusione dei servizi di ristorazione e vendita di gadget.

Le terrazze di Zurigo sono certificate per una presenza contemporanea di 3000 visitatori; in occasione della nostra visita eravamo in 2.500 nello stesso momento.

Dunque, non più aeroporto esclusivamente dedicato al solo trasporto aereo, ma meta di svago per i piccoli e approfondimento del settore aeronautico per i meno giovani, con massiccia presenza di famiglie con bambini.

La sicurezza: con questi numeri e con questi ricavi, ci si può permettere di assicurare una vigilanza costante ed evidente a favore di un numero così elevato di persone. I controlli di sicurezza severi e intransigenti sono, né più e né meno, gli stessi riservati ai passeggeri in partenza dallo scalo, non ci è stato richiesto alcun documento di riconoscimento o un elenco dei componenti del gruppo.

Le terrazze di Zurigo esistono da svariati decenni e sono state di recente ristrutturate, ampliate  e raddoppiate su un’area aggiuntiva del nuovo terminal, alle quali si accede, attraversando i piazzali per mezzo di un servizio di navetta gratuita A/R con partenza dal nostro deck B.

Insomma, le terrazze diventano così un’attività aggiuntiva di collegamento “culturale” tra il servizio di trasporto aereo e la società civile della regione, dove l’aeroporto, le proprie infrastrutture e i propri servizi non sono considerati o strumentalizzati come un problema per la popolazione, ma un’opportunità anche economica da scoprire, sfruttare e vivere al meglio.

Lo scalo, entro e fuori dai confini aeroportuali diventa luogo di aggregazione sociale privo di barriere ideologiche e strumentali: intorno alle reti di recinzione chilometri di piste ciclabili, aperture ad hoc per favorire l’attività fotografica e collinette, o altane, per l’osservazione di decolli e atterraggi.

E noi ci chiediamo, in Italia, a che punto siamo?

Giorgio De Salve Ria