Boeing lancia il 737 MAX 10 con maggiore capacità al 2017 Paris Air Show

19 giugno 2017 – Boeing ha annunciato oggi il lancio del nuovo membro della famiglia 737 MAX, il 737 MAX 10, al 2017 Paris Air Show. Il 737 MAX 10 avrà il più basso costo posto/chilometro di qualunque aereo single aisle mai costruito finora.

L’aereo ha già ottenuto un importante successo di mercato con oltre 240 tra ordini e impegni all’acquisto da parte di oltre 10 clienti in tutti il mondo. I clienti annunceranno i dettagli degli ordini durante la settimana.

“Il 737 MAX 10 estende i vantaggi competitivi della famiglia 737 MAX e siamo onorati che così tanti clienti da tutto il mondo abbiano già compreso l’eccellente valore che otterranno inserendolo nelle loro flotte”, ha commentato il presidente e CEO di Commercial Airplanes, Kevin McAllister.

“Le compagnie aeree volevano un’opzione migliore e più grande per il segmento degli aerei single aisle che avesse i vantaggi operativi della famiglia 737 MAX. L’aggiunta del 737 MAX 10 offre ai nostri clienti la massima flessibilità sul mercato, offrendo alle loro flotte la capacità di autonomia, l’efficienza e l’affidabilità senza uguali che contraddistingue la famiglia 737 MAX”.

Il 737 MAX 10 espande la vasta gamma di vantaggi della famiglia MAX e, rispetto ai modelli concorrenti, garantirà costi più bassi del cinque per cento per tratta e per posto/chilometro. Tra le varianti al design del 737 MAX 10: una fusoliera più lunga di 66 pollici rispetto al 737 MAX 9 e una leva principale per il carrello d’atterraggio. L’aereo può trasportare fino a 230 passeggeri.

Come gli altri modelli 737 MAX Boeing, il 737 MAX 10 incorpora la più recente tecnologia dei motori CFM International LEAP-1B, le Advanced Technology winglets, il Boeing Sky Interior, display per la cabina di pilotaggio più grandi e altre migliorie per garantire il massimo di efficienza, affidabilità e comfort passeggeri nel mercato single aisle.

Il 737 MAX continua ad essere l’aereo venduto più velocemente nella storia di Boeing, con oltre 3.700 ordini accumulati ad oggi.

(tratto da BoeingItaly.it)

Di |2017-06-20T12:56:20+02:0020 Giugno 2017|Air News, Costruttori|

Le sonde pitot colpiscono ancora

21 Dicembre 2015. Un nuovissimo Boeing 787-800 della compagnia australiana Jetstar (VH-VKE) decolla alle 01.40 UTC dall’aeroporto di Melbourne diretto a Singapore. A bordo 293 persone equipaggio incluso. Erano le 05.50, l’aereo era livellato a 40.000 piedi e si stava avvicinando al waypoint “CURLY” a circa 250 miglia a nord di Darwin. E’ a questo punto che l’equipaggio vede sul radar meteo grosse formazioni di nubi color verde con macchie color magenta. Le macchie color verde sono indice di un leggero piovischio mentre il magenta significa turbolenza.

Questa area era purtroppo troppo vicina per essere evitata.

Immagine n.1 : locazione del waypoint CURLY (Tratta da opennav.com)

Come precauzione l’equipaggio attiva il segnale di cinture allacciate. Subito dopo l’aereo incontra turbolenza dapprima leggera e poi moderata e fin qui nulla di strano. Tuttavia passano pochi secondi e in cabina di pilotaggio notano che entrambi i PFD (1) forniscono valori inattendibili sulla velocità del velivolo. Contemporaneamente vi è la disconnessione dell’autopilota con apparizione di multipli messaggi EICAS (2) fra i quali “velocità inattendibile” e “Flight Control Mode” quest’ultimo messaggio voleva significare che il controllo del 787 era passato in modalità secondaria. La modalità secondaria implica minor funzioni automatizzate e minor protezioni disponibili.

A questo punto l’equipaggio decide di effettuare la checklist riguardante il caso della AIRSPEED UNRELIABLE. (3)

Seguendo le indicazioni del Quick Reference Handbook l’equipaggio riesce a mantenere l’appropriata velocità avvalendosi dei parametri del pitch angle e della potenza ai motori. Tramite la comparazione riportata nella tabella QRH l’equipaggio è anche in grado di identificare la reale velocità che l’aereo, al contrario di quello che dicevano gli strumenti, stava in realtà mantenendo. Poco dopo l’equipaggio notava che tutte le indicazioni erano tornate normali. Tuttavia veniva deciso di puntare su Darwin dove l’aereo atterrava dopo aver scaricato carburante come misura precauzionale.

Cosa era accaduto? “il velivolo era entrato in una area meteo ad alto contenuto di acqua ghiacciata, la quale ha causato la parziale ostruzione delle sonde pitot, di conseguenza la strumentazione indicava una minor velocità abbastanza da far attivare la modalità secondaria.” (4)

Da questo breve excursus è agevole notare la similitudine fra quanto avvenuto il primo giugno 2009 all’A330 di Air France Rio-Parigi (5) e l’incidente al 787 della Jeststar. Val la pena annotare che anche in quest’ultimo evento il fatto che l’aereo fosse dotato di tre sonde non è valso ad evitare che il sistema automatizzato di bordo (ADRS) provocasse la disconnessione dell’autopilota e il downgrading ad una modalità con la quale è meglio passare alla conduzione manuale del velivolo.

L’ATSB annota nel rapporto che nel suo database nel periodo 2006:2016 sono presenti altri undici casi di problemi relativi al pitot-static system icing anche se gli stessi hanno riguardato differenti modelli di aerei ad alta capacità.

A seguito dell’incidente al 787 della Jetstar la Boeing ha provveduto a rivedere il software di controllo volo riducendo le possibilità di passare in modalità secondaria quando l’ADRS indica una velocità non corretta di durata limitata. Nel caso in oggetto l’indicazione di AIRSPEED UNRELIABLE era durata appena 17 secondi ma ciò era bastato per passare automaticamente ad una differente modalità di conduzione.

Il testo completo del Rapporto della ATSB Australiana (AO-2015-149) è caricato nel nostro Database sotto la sezione “Other Investigation Reports”.

(1) PFD = Primay Flight Display

(2) EICAS = Engine Indicating and Crew Alerting System

(3) In merito alla svolgimento di questa fase il rapporto annota: “The captain reported that this was a high workload situation and effective communication and coordination with the first officer greatly assisted the procedure.” (pag. 2 del rapporto)

(4) Per l’esattezza così si esprime il rapporto: “The ATSB found that the aircraft had entered an area of weather with high ice water content, which caused the pitot-static systems to become affected by ice. The flight control logic detected a resulting drop in airspeed, sufficient to revert to secondary mode” (pagina 1)

(5) Il 1 giugno 2009 l’ A330 (F-GZCP) di Air France si inabissò nell’Oceano Atlantico durante il volo Rio-Parigi. Tutti gli occupanti a bordo (228) perirono. L’evento scatenante fu l’entrata dell’aereo in una cellula temporalesca, con gli indicatori che indicavano una perdita della velocità sempre a causa del’ostruzione delle sonde Pitot provocata dai cristalli di ghiaccio.

(Air-accidents.com)

Di |2017-06-15T13:02:51+02:0016 Giugno 2017|Air News, Compagnie aeree, Costruttori|

100 aeroporti Carbon Neutral entro il 2030 in Europa

Durante il 27° Congresso annuale di ACI EUROPE, l’intero settore aeroportuale europeo ha rinnovato il suo impegno a ridurre l’impatto degli aeroporti sul cambiamento climatico, annunciando il raddoppio delle certificazioni Carbon Neutrality entro il 2030.

Durante i negoziati sul clima del COP21 del dicembre 2015, l’associazione degli aeroporti europei ACI EUROPE si è presa l’impegno di avere 50 aeroporti neutrali entro il 2030.

Un altro passo avanti positivo a Parigi

Annunciando il nuovo impegno, Augustin de Romanet, presidente di ACI EUROPE e Presidente e CEO di Groupe ADP, ha dichiarato: “Gli aeroporti europei sono totalmente d’accordo nel mantenere l’obiettivo del riscaldamento globale al di sotto dei 2° C e con l’obiettivo di raggiungerne 1,5° C. D’altronde, l’industria aeroportuale è già passata dalle parole alle azioni attraverso il programma indipendente di gestione delle riduzioni delle emissioni di carbonio, Airport Carbon Accreditation.

All’ultimo conteggio, dei 116 aeroporti europei certificati in base al programma Airport Carbon Accreditation, 27 di essi sono ora carbon neutral¹. Ciò significa che siamo già più che a metà del nostro impegno iniziale”. Ha aggiunto “Così abbiamo pensato che potremmo fare ancora meglio. E guardando come alcuni sono appena usciti dall’accordo di Parigi, pensiamo che dobbiamo fare meglio. Così oggi sono estremamente orgoglioso di annunciare che stiamo raddoppiando il nostro impegno – ACI EUROPE e il mondo aeroportuale europeo stanno ora impegnandosi ad avere 100 aeroporti neutrali entro il 2030“.

L’annuncio di oggi è sostenuto da impegni specifici presi da altri 26 aeroporti in Europa, per diventare neutrali. Niclas Svenningsen, responsabile dell’iniziativa Climate Neutral Now, presso la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC) ha commentato: “Meno di due anni fa a Parigi, 195 paesi hanno firmato l’accordo di Parigi sotto il motto di “Possiamo, dobbiamo, vogliamo”. L’annuncio sfidante di ACI EUROPE si trova in linea con questa visione e rappresenta un ottimo esempio da seguire per le altre industrie e settori. Noi a UNFCCC accogliamo i continui sforzi del settore aeroportuale e sosteniamo tutti gli aeroporti che intraprendono azioni per combattere il cambiamento climatico”.

Risultati annuali

ACI EUROPE ha inoltre rilasciato l’ultima certificazione di riduzione di CO2 del programma Airport Carbon Accreditation in Europa per lo scorso anno: 154.351 tonnellate di CO2 risparmiate – equivalente alla CO2 emessa da 64.582 famiglie nel corso di un anno.

Con i suoi 4 livelli il programma Airport Carbon Accreditation ha certificato circa 190 aeroporti in tutto il mondo negli ultimi 12 mesi. I dettagli completi sulla riduzione raggiunta a livello mondiale saranno rilasciati a settembre di quest’anno.

De Romanet ha concluso: “Per gli aeroporti, la gestione delle emissioni di carbonio significa essere all’avanguardia nella responsabilità aziendale e sociale nonché un obiettivo importante del proprio business. Il cambiamento climatico rappresenta un rischio significativo per l’industria aeroportuale * – i cambiamenti nelle precipitazioni, nelle variazioni di temperatura, nell’aumento del livello del mare, nel cambiamento dei modelli di vento – tutti hanno implicazioni potenzialmente gravi per il nostro settore, per il settore del trasporto aereo più in generale e per la connettività degli europei”.

Gli aeroporti di Milano

Anche SEA è in prima linea nei temi della gestione ambientale e dal 2009 partecipa all’Airport Carbon Accreditation. Nell’autunno 2016 gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate hanno ricevuto conferma della loro neutralità anche per il 2015. Un grande risultato portato avanti negli anni considerato che gli aeroporti di Milano sono neutrali dal 2010.

1) http://www.airportcarbonaccreditation.org/airport/participants/europe.html

* http://www.eurocontrol.int/sites/default/files/content/documents/official-documents/factsheets/aviation-climate-resilience-factsheet-2014.pdf

(Ufficio stampa Sea)

Di |2017-06-15T12:49:13+02:0015 Giugno 2017|Air News, Malpensa|

A Roma il gotha del trasporto aereo per la conferenza “The impact of brexit on aviation”

Nel giorno stesso in cui sono stati resi noti i risultati della tornata elettorale inglese (sfida May-Corbyn susicurezza e Brexit), alla Luiss di Roma si è tenuto un convegno internazionale dedicato all’impatto e alle possibili conseguenze per il trasporto aereo derivanti dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, all’esito del referendum del 23 giugno 2016 e della recente apertura ufficiale dei negoziati per la Brexit.

L’evento, dal titolo “The impact of Brexit on aviation” è stato organizzato dalla Luiss “School of Law”, nell’ambito del Corso di Diritto del Trasporto Aereo, su iniziativa dell’Avvocato Laura Pierallini, coordinatrice del corso e docente alla Luiss, tra i maggiori esperti, non solo in Italia, del settore, che ha aperto i lavori, sottolineando le conseguenze, in particolare sul trasporto aereo, della Brexit.

Il tema è di estrema importanza ed urgenza. Una hard Brexit potrebbe infatti modificare completamente l’assetto del trasporto aereo, non solo comunitario, ma anche, per quel che concerne l’Italia, nazionale.

Basti pensare che nella graduatoria delle prime 12 compagnie aeree che operano sul mercato nostrano, solo 2 sono italiane, Alitalia e Meridiana, ed occupano rispettivamente il secondo e l’ottavo posto, essendo lo scettro passato ormai a Ryanair. E proprio qui sta il punto, perché una Brexit senza accordi che salvaguardino i diritti delle compagnie a capitale inglese (tra cui anche Ryanair) metterà in pericolo la continuazione dell’attività di trasporto così come è oggi concepita, considerata un diritto acquisito dai consumatori, i quali sono ignari del rischio di perdere a breve alcune delle possibilità di scelta nell’acquisto dei propri voli.

Di ciò, appunto, si è discusso alla Luiss, con un focus sugli argomenti di maggiore attualità correlati all’uscita della Gran Bretagna dall’UE, nonché le conseguenze cui andrà incontro il mondo dell’aviazione civile europea nel post Brexit.

All’evento hanno partecipato i più importanti players del settore provenienti da tutta Europa, giuristi di rilievo internazionale e numerosi rappresentanti delle autorità, delle università e delle compagnie aeree europee ed internazionali.

È stata posta particolare attenzione ai possibili scenari ipotizzabili, alle nuove sfide per gli operatori del settore e alle potenziali ripercussioni negative per i consumatori. Un’ulteriore problematica affrontata è stata quella relativa alla attuale normativa europea, che qualifica una compagnia aerea come comunitaria solo se è basata in uno Stato della UE e se la maggioranza dei soci sono soggetti comunitari. Con l’uscita del Regno Unito dalla Unione Europea vi sarebbe il concreto rischio che numerose compagnie aeree che oggi solcano, con successo, i cieli d’Europa, non vengano più considerate vettori comunitari, con ogni conseguente ripercussione sul traffico aereo e, in generale, sull’economia del vecchio continente.

I numerosi esperti stranieri intervenuti, tra cui gli avvocati Rob Lawson, John Balfour e Mark Bisset, dello studio Clyde & Co di Londra, hanno illustrato le soluzioni ai potenziali problemi per le compagnie britanniche. David Kendrick, rappresentante dell’autorità dell’aviazione civile del Regno Unito, ha illustrato il punto di vista britannico, sottolineando la necessità di trovare soluzioni che non conducano a conseguenze drastiche in termini economici e commerciali. Anche il direttore generale dell’ENAC, Alessio Quaranta, è intervenuto al convegno, sottolineando che il problema di una “hard brexit” esiste ed è reale, anche se sembrerebbe irrealistico che si possa arrivare ad uno blocco improvviso dei voli in Italia dei vettori britannici.

Fra i partecipanti al dibattito, che ha visto la presenza in platea di numerosi delegati internazionali Catherine Erkelens (name partner della Erkelens Law firm, Brussels) Pablo Mendes de Leon, che ha mirabilmente rassegnato le conclusioni della sessione mattutina e Roberto Cassar per l’International Institute of Air and Space Law dell’Università di Leiden; David Colindres, Presidente del Registro Aeronautico di San Marino; Julie Oettinger per EMEA e Delta Air Lines; John Hanlon per Norwegian Airlines, Rodolfo Baviera, Presidente di Eurofly Service S.p.A. e Ivan Bassato, Direttore Airport Management di Aeroporti di Roma, che ha avuto modo di sottolineare i risultanti brillanti, anche in termini di safety, security e servizi ai passeggeri, raggiunti dal gestore degli scali romani.

Tutti concordi, dunque, nel ritenere la libertà dei cieli europei un valore da preservare, hard, soft o no Brexit che sia!

(Comunicato stampa Studio Pierallini)

Di |2017-06-13T19:43:19+02:0013 Giugno 2017|Air News|

Ernest Airlines si presenta – nuovo collegamento Malpensa – Tirana dal 1° Giugno

Milano Malpensa, 30 maggio 2017 – Ernest Airlines ha ufficialmente presentato il proprio Airbus A319 e svelato le strategie future nel corso di un evento a Malpensa, base operativa della compagnia aerea. Dopo il classico water cannon all’aeromobile, il team di Ernest ha accolto a bordo media e operatori del settore.

Durante il piacevole incontro allietato con musica jazz suonata dal vivo, gli invitati hanno potuto gustare un ottimo pranzo curato da dnata. L’originale evento ha rivelato il carattere friendly di Ernest, una compagnia dinamica che mette il passeggero al centro del proprio progetto.

David Girhammar, CEO della compagnia, ha dichiarato che ciò che è stato fatto è solamente il primo passo; altri progetti futuri, come l’apertura di nuove rotte nazionali e internazionali sono in fase di studio.

Ernest Airlines opererà voli per la capitale albanese Tirana da Milano Malpensa, Bergamo, Bologna, Pisa, Venezia e Verona; nel corso del mese di giugno Ancona, Cuneo, Genova, Rimini e Roma entreranno a far parte del network.

La cabina passeggeri dell’A319 ha 141 posti in classe unica (configurazione 3-3) allestita con sedili Recaro SL3510, una soluzione che consente di risparmiare peso e di offrire più spazio ai passeggeri rispetto alla stessa configurazione con sedili convenzionali. Il piano di sviluppo della compagnia prevede l’arrivo nel breve periodo di un secondo aeromobile, un Airbus A320, e di altri due A320 nei mesi successivi.

Alberto Sanarlitano

Di |2017-06-06T13:53:20+02:005 Giugno 2017|Air News, Compagnie aeree, Malpensa|

SEA lancia una piattaforma web per la simulazione di eventi di crisi

Presentata oggi al workshop su crisis management organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea nella sede ESA ESRIN (European Space Research Institute)

Milano, 29 maggio 2017 –  Una piattaforma web ideata per la gestione della crisi, uno strumento necessario per poter affrontare al meglio eventuali crisi di comunicazione che possono colpire l’Azienda.

È questo l’obiettivo con cui SEA ha ideato e sviluppato uno spazio web sicuro e protetto dove è possibile simulare una vera e propria situazione di crisi (da problemi in aeroporto per condizioni meteo sfavorevoli fino ad un caso di sversamento di carburante o al crash aereo) per mettere alla prova la capacità di risposta e interazione con i media ed altri stakeholder delle funzioni aziendali dedicate e dell’intera Azienda, al fine di migliorare il servizio informativo ai passeggeri.

In linea con le best practices dei principali aeroporti europei e mondiali SEA si è dotata di una piattaforma per simulare scenari di crisi e “allenarsi” così ad interagire con un team ostile (professionisti in campo social media e digital Pr) che si sostituisce gli stakeholder interessati e che mette sotto pressione il team aziendale dedicato alla comunicazione.

Lo scenario che si viene a creare richiede l’interazione in tempo reale con tutti i media: dalle risposte ai commenti degli utenti sui diversi social media all’emissione di un comunicato stampa.

La dashboard interattiva ha un’interfaccia molto semplice in grado di raccogliere e presentare in un’unica schermata, in tre distinte colonne, i post scritti su Facebook, i tweet e gli articoli di media tradizionali a cui gli uffici comunicazione sono chiamati a rispondere minuto dopo minuto.

La piattaforma è già stata utilizzata dai responsabili degli uffici stampa e comunicazione dei principali aeroporti italiani che l’anno scorso si sono messi alla prova in occasione di una simulazione di un evento critico organizzata con Assaeroporti, l’Associazione Italiana Gestori Aeroporti.

Di |2017-06-05T16:37:43+02:0029 Maggio 2017|Air News, Malpensa|

“Conflitto” fra la IATA e la black list della UE

Allorchè caddero i cartelli tariffari e la deregulation impose che ogni compagnia fosse libera di applicare le tariffe ritenute più opportune, la IATA si è trovata improvvisamente “disoccupata” in una delle sue principali attività, quella del coordinamento tariffario a livello mondiale. Comunque grazie alle alleanze come Star Alliance, SkyTeam e Oneworld all’interno delle quali i singoli vettori stipulano accordi di interline fra loro, una delle attività ancora vigenti è quella di fungere da stanza di compensazione per la ridistribuzione delle quote spettanti ad ogni aerolinea in presenza di biglietti multisettoriali. Altra attività di rilievo svolta dalla Iata è quella del controllo della biglietteria emessa dagli agenti di viaggi attraverso la procedura BSP (Billing Settlement Plan) attività che nel campo cargo si traduce invece nel CASS (Cargo Accounting Settlement System) con relativa distribuzione degli incassi ai singoli vettori. Come si vede siamo in presenza di procedure che attengono specificatamente al campo marketing e finanziario. Altrettanto dicasi per il ruolo svolto dalla Iata nel cercare di coordinare e calmierare le tariffe adottate da governi, enti di controllo del traffico aereo, aeroporti nei confronti delle aerolinee. Corollario a quest’ultimo aspetto è l’intervento più volte espletato nei confronti delle Autorità venezuelane e nigeriane le quali bloccano i trasferimenti all’estero delle aerolinee operanti in quei paesi, rimesse che alla data di settembre 2016 si stima ammontassero a cinque miliardi di dollari Usa.

Ricordata l’opera svolta dalla Iata a beneficio delle finanze dei vettori, destò non poca sorpresa allorchè nell’anno 2003 l’organizzazione decise di voler lanciare il programma IOSA (Iata Operational Safety Audit) il quale, come si evince dallo stesso termine, riguarda specificatamente la sicurezza del volo. Se si visita la pagina http://www.iata.org/whatwedo/safety/audit/iosa/Pages/registry.aspx si troveranno listate 418 aerolinee (1) con relativa data di scadenza della certificazione ottenuta. La certificazione significa che la compagnia ha superato l’esame e rispetta i parametri di sicurezza che la Iata ha voluto creare con questo suo programma.

Una prima annotazione che si può fare sulla IOSA riguarda il particolare, di non poco conto, che esso è rivolto a quelle compagnie aeree che fanno parte della associazione, il che significa ad esempio che Southwest Airlines, Ryanair e Easyjet –solo per citarne alcune- non sono ricomprese nella lista in quanto non aderenti alla Iata. Queste tre compagnie da sole trasportano oltre 300 milioni di passeggeri annui (2) i quali pertanto hanno volato con compagnie non certificate IOSA. Incidentalmente dobbiamo sottolineare come Southwest e Ryanair sono le due compagnie che si trovano in testa alle graduatorie mondiali non solo come numero passeggeri trasportati ma anche come profitti dichiarati ed entrambe non hanno voluto mai aderire alla Iata: una tale annotazione dovrebbe costituire un particolare alquanto imbarazzante per l’associazione.

A scanso di equivoci va precisato che un vettore non aderente alla IATA è soggetto ai controlli sulla sicurezza del volo (safety) dal suo rispettivo ente nazionale certificatore non ottemperando i quali i suoi aerei vengono bloccati e non possono operare: questa osservazione da sola basta a spiegare per quale motivo la IOSA è un sovrappiù del quale, a nostro parere, si poteva fare tranquillamente a meno. I vettori Iata, a parte la IOSA, sono tenuti a pagare quote associative di tutto rispetto e di fatto si ritrovano anche con questa ulteriore imposizione di dover aderire all’auditing IOSA.

Trattando specificatamente dell’argomento della sicurezza volo, in data 16 maggio l’Unione Europea ha emesso la sua ultima black list nella quale sono elencate le compagnie aeree alle quali è vietato volare nella UE. Fra di esse è compresa la compagnia nigeriana Med-View la quale però nel registro Iosa risulta aver superato l’auditing ed essere abile alle operazioni con certificazione valida fino al 26 marzo 2018. Come la mettiamo? Come è possibile che per una Autorità un vettore farebbe meglio a non operare, mentre per un’altra Autorità la compagnia può volare in quanto ritenuta sicura ?

A sinistra: immagine tratta dal sito IOSA della Iata; a destra immagine tratta dalla blacklist della UE emessa il 16 maggio. Sono stati da noi evidenziati i particolari qui trattati

Analoga osservazione può essere fatta anche per la TAAG Angola Airlines la quale risulta possedere una registrazione IOSA attualmente valida fino al 22 maggio 2019 mentre la UE, sempre nella sua ultima lista, ha incluso questa compagnia nella sezione di vettori che possono volare nella UE soltanto con specifici aeromobili ma non con altri. (3) Sarà il caso di ricordare che non è questo il primo caso di contrasto che si verifica fra la Iata ed altri enti per quanto riguarda l’aspetto safety un contrasto del tutto inopportuno in quanto si tratta di un argomento –la sicurezza del volo- circa il quale non dovrebbero sussistere dubbi interpretativi.

Nell’aprile del 2006 (4) allorchè Bruxelles da poco aveva lanciato la sua blacklist sui vettori che non erano ammessi sui paesi UE la Iata espresse pesanti critiche su questa iniziativa:

“The European Union has published a blacklist of airlines which are now banned from the EU. A blacklist is one approach to safety but it is not the answer. It doesn’t address the problem of bringing less safe airlines up to standard. IATA’s approach is to tackle the root causes of safety concerns. We have developed a world-class safety examination that guarantees the highest possible safety standards in those airlines that pass it. And they have to keep those standards up through regular repeat testing. It is called IOSA.”

Tenendo presente che aderire alla IATA è un optional del quale alcune aerolinee fanno a meno, una tale critica è da ritenersi assolutamente sbagliata in quanto la sicurezza dei vettori deve riguardare tutte le aerolinee e non certo solo quelle che aderiscono ad una associazione.

Da Air-accidents.com


(1) Il sito è stato da noi visitato in data 19 maggio 2017 e a quella data erano listati 418 vettori.

(2) Queste le cifre dei tre vettori riferite all’anno 2016 per numero passeggeri: Southwest 124.7 milioni; Ryanair 117 milioni ; EasyJet 73.1 milioni

(3) Vi sono sei vettori riportati nella sezione B) della lista: Afrijet, Nouvelle Air Affaires (Gabon); Air Koryo (DPR Korea); Air Service Comores (Comoros); Iran Air (Iran) e appunto la TAAG (Angola)

(4) Iata, Industry Times, n. 4 Aprile 2006

Di |2017-05-23T19:52:55+02:0023 Maggio 2017|Air News|