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La ownership dell’aerolinea e la sicurezza volo

In tempi “che furono” il passeggero che si preoccupava dell’aspetto sicurezza volo riteneva che volando con un vettore di nazionalità “A” poteva fidarsi di più che non volando con una compagnia di nazionalità “B” verso la quale nutriva scarsa fiducia. Tralasciamo l’aspetto se e quanto tale modus operandi fosse corretto e su quali parametri esso si basava, non è questo l’aspetto che intendiamo qui trattare. In questa sede invece vorremmo appurare se lo status giuridico delle attuali compagnie aeree derivante dagli sviluppi che sono avvenuti sul controllo di una aerolinea da parte di un vettore di altra nazionalità, renda ancora praticabile una tale scelta, una volta fattibile e del tutto logica.

Il mondo finanziario continua a lamentarsi e a sorprendersi di ciò che avviene nell’ambito della industria aerea commerciale e il ritornello è più o meno sempre lo stesso: mentre in tutti i settori commerciali e finanziari una azienda straniera può acquisire il controllo di una società di un altro paese, l’industria delle aerolinee è ancora governata da regole sulla proprietà e controllo che vietano a investitori stranieri di assumere il controllo di aerolinee “nazionali”. Per la moderna finanza un fatto del genere rimane una incomprensibile anomalia e i guru della globalizzazione non si accontentano affatto dei merger che avvengono in casa fra vettori della stessa nazionalità; vogliono di più in particolare sul fronte internazionale. Personalmente non crediamo che lo cosa sia davvero di difficile comprensione. Tralasciamo quanto avvenuto all’interno della cosiddetta Europa senza frontiere ove è stato permesso a una Lufthansa di controllare al 100 per cento quello che una volta era il vettore di bandiera svizzero, quello che una volta era il vettore di bandiera austriaco e la nostra Air Dolomiti. Lasciandoci alle spalle queste manovre intra-europee sulle quali pure ci sarebbe molto da disquisire, chi può immaginare una compagnia a stelle e strisce controllata da capitale interamente straniero? O chi, ad esempio, potrebbe immaginare una British Airways interamente controllata da capitale russo? E che senso avrebbe se una aerolinea come la Emirates fosse interamente posseduta da capitale di un paese europeo? La realtà è -come qualcuno aveva predetto allorchè venne varata la deregulation dei cieli- che aldila dei proclami di facciata, il vettore di bandiera per molti Stati rimane un asset che non si vuol passare in mani straniere e che l’aviazione commerciale con un prodotto basato sul principio io volo a casa tua e tu voli a casa mia è una industria del tutto particolare, sui generis.

In questo scenario da molti ritenuto “ingessato” alle compagnie aeree non sarebbe rimasta altra soluzione di ricorrere alle alleanze, fatto questo che permette ad ognuno dei partecipanti di lasciare intatta la sua identità nazionale. Ma in realtà non è proprio così che stanno le cose e sarebbe del tutto errato fermarsi a questa prima considerazione dal momento che per le aerolinee è stato escogitato un elegante espediente che ha permesso di andare ben oltre le alleanze. E’ grazie a tale espediente, ad esempio, che la compagnia Swiss sia pur controllata al 100 per cento da una Lufthansa rimane una compagnia svizzera. Si tratta del principio che ha mandato in soffitta lo storico concetto del controllo azionario (Ownership) creando in sua sostituzione il principio del Principal Place of Business (PPB).

Grazie ad esso la Swiss rimane una compagnia svizzera in quanto non è più necessario che il suo capitale sia per la maggioranza controllato da cittadini svizzeri bensì:

“the airline is established and incorporated in the territory of the designating Party in accordance with relevant national laws and regulations, has a substantial amount of operations and capital investment in physical facilities in the territory of the designating Party, pays income tax, registers and bases its aircraft there, and employs a significant number of nationals in managerial, technical and operational positions.” (1)

E’ con tale trovata che si può leggere sul sito istituzionale di Air Dolomiti la frase: “Oggi Air Dolomiti è la compagnia aerea italiana di Lufthansa” (2) un concetto alquanto astruso dal momento che, come tutti sappiamo, essendo la Lufthansa tedesca non si capisce come una compagnia aerea che è di Lufthansa possa considerarsi italiana.

Nel bel mezzo di tale odierno scenario non sono pochi coloro che si sono chiesti quanto l’aspetto sicurezza venga intaccato da queste novità. Infatti se una compagnia finisce controllata da un vettore ritenuto affidabile evidentemente non vi è motivo di preoccupazione, tuttavia la vicenda delle acquisizioni ha fatto tornare alla mente il problema da sempre vigente in campo marittimo della flag of convenience , ovvero bandiera di comodo, ed è su questo fronte che bisogna soffermarsi per valutare eventuali conseguenze sulla sicurezza del volo.

Con il termine bandiera di comodo (o anche bandiera ombra o bandiera di convenienza) si indica l’insegna di una nazione che viene issata da una nave di proprietà di cittadini o società di un’altra nazione. In questo modo, il proprietario della nave può spesso evitare il pagamento di tasse e ottenere una registrazione più facile; la nazione che fornisce la bandiera riceve soldi in cambio di questo servizio. La Federazione Internazionale dei Lavoratori del Trasporto (ITF) mantiene una lista di nazioni che usano le proprie bandiere a questo scopo.

La pratica è malvista quando (come avviene di solito) l’impiego della bandiera di comodo avviene per ottenere una registrazione più facile della nave; le altre nazioni, con requisiti più vincolanti, non gradiscono la perdita di guadagni, e la sicurezza e le condizioni di lavoro dell’equipaggio possono soffrirne.

Le navi in navigazione sventolano una bandiera nazionale detta “insegna”. In base a convenzioni del diritto internazionale, la bandiera sventolata da una nave determina la fonte di diritto che deve esserle applicata, indipendentemente da quale corte ha giurisdizione personale sulle parti. Una “nave con bandiera di comodo” è una nave che sventola una bandiera di una nazione diversa da quella del proprietario. (3)

Aspetti fiscali, contrattualistica e condizioni di lavoro sono i temi sensibili che inducono l’imprenditore a far uso di tale espediente. In questa sede tuttavia tralasceremo l’aspetto pur rilevante concernente le condizioni di lavoro per cercare di analizzare il problema safety.

Nel recente caso Norwegian Air International abbiamo un chiaro esempio di complicata trasparenza nel settore aviazione commerciale. Il problema riguarda i collegamenti Europa-Usa. Solitamente un vettore statunitense usa equipaggi del suo paese e stessa cosa fanno le compagnie UE. La NAI “Norwegian Air International” è una compagnia di proprietà norvegese la quale tuttavia ha la Certificazione di Operatore IRLANDESE pur non volando da scali di quest’ultima nazione; assume equipaggi basati a Bangkok, quindi TAILANDESI i quali vengono reclutati tramite una agenzia di impiego di SINGAPORE, ad essi pertanto si applicano le labour laws vigenti in quel Paese, ricordando comunque che solo per il fatto di essere una compagnia irlandese la NAI può beneficiare delle aliquote fiscali e contributive notoriamente più basse di quelle vigenti in altri paesi. Attraverso questi passaggi la compagnia può offrire tariffe più basse rispetto a quelle che dovrebbe applicare se tutto il suo personale fosse invece assunto in NORVEGIA. (4)

Da questo concreto esempio possiamo vedere come:

  • 1) il tanto decantato “campo livellato” è lungi dall’essere applicato e rimane in ogni caso una chimera;
  • 2) il passeggero che acquisterà un passaggio con la NAI sarà convinto di volare con un vettore norvegese mentre in realtà sta usando una compagnia che è un mix di nazionalità.
  • 3) La Norvegia avendo ottenuto il certificato irlandese è riuscita a bypassare i problemi derivanti dal fatto di non essere un vettore UE. “Norwegian Air International’s business model exploits the “flags of convenience” model used in the maritime industry. The “flags of convenience” model allows an airline, for example, based in Norway to create a subsidiary on paper only in another country to take advantage of lax labor, safety and tax regulations and circumvent such laws in its home country.” (5)

Il DOT statunitense ha alla fine approvato il contestato collegamento con gli USA, non estraneo il particolare che la compagnia ha una flotta tutta Boeing di 175 velivoli e ordini per altri cento velivoli, sempre Boeing. (6) Inoltre in concomitanza con l’ottenuta autorizzazione la compagnia ha annunciato che avrebbe aperto scuole di pilotaggio negli USA fatto questo che avrebbe permesso l’assunzione di piloti statunitensi.

Al momento di scrivere questi appunti ci si attende dalla nuova amministrazione Trump una presa di posizione in senso contrario a quella assunta dal suo predecessore che invece ha approvato la concessione dei collegamenti con gli Usa. Ma non si sa se, e quando, il ripensamento avverrà.

Altro tema molto sensibile che fa tuttora discutere è quello relativo all’Ente regolatore di riferimento (“regulatory responsibility”). Da un studio della Civil Aviation Authority (CAA) britannica:

“The most powerful argument against ownership and control liberalisation in the aviation sector would be if it were likely to lead to any diminution of safety standards. A possible consequence of liberalisation may be that airlines will become more footloose, allowing them actually to re-base themselves in countries offering lower regulatory standards and thereby eroding safety and employee standards.” (7)

Senza girarci troppo intorno se una aerolinea per risparmiare si registrasse sotto una nazione che non brilla per la sicurezza del volo ciò –come avverte anche la CAA- potrebbe erodere i margini di sicurezza. Sarebbe pertanto auspicabile che l’Ente Regolatore autorizzato a rilasciare le certificazioni e sotto il cui controllo dovrebbe rimanere il vettore sia in ogni caso quello stesso del paese di origine dell’aerolinea, cioè lo Stato che nei nuovi modelli di accordo viene individuato come il Principal Place of Business.


(1)ICAO Source: ICAO (2003) Consolidated Conclusions, Model Clauses, Recommendations and Declaration from the 5th World Wide Conference on Air Services.)

(2) http://www.airdolomiti.it/azienda

(3) Tratto da Wikipedia

(4) Dal sito ITF Aviation blog: “First, there are the peculiarities of the airline’s business model. U.S. airlines that fly to the EU use American-based flight crews, and EU airlines that fly to the U.S. use EU-based flight crews. NAI is a Norwegian-owned company that holds an air carrier certification from Ireland, but does not fly to or from Ireland. Nor does it use Norwegian or even Irish flight crews, but rather Bangkok-based crews are hired through a Singapore employment agency and who work under Singapore labor law. This “nation-shopping” model has enabled NAI to artificially lower operating costs by suppressing collective bargaining rights and substantially lowering the wages, benefits and conditions offered to these rented workers as compared to their Norwegian-based counterparts.” (articolo datato 28 gennaio 2015)

(5) Da un articolo datato 4 luglio 2016: NAI’s sister airline, Norwegian Air UK, denied foreign air carrier exemption (International Machinists Union) tratto da ITF Aviation Blog.

(6) La NAI è in realtà una sussidiaria della Norwegian Air Shuttle fondata nel gennaio 1993. La NAI ha una flotta composta da 49 Boeing 737-800; la Norwegian Air Shuttle ha una flotta composta da 112 B737-800 e 13 B787. In ordinazione vi sono altri 119 B737 e 27 B787-900

(7) Tratto dalla pagina 2 di “Ownership and control liberalisation, a discussion paper” CAP769, Ottobre 2006

tratto da Air-accidents.com

Di |2017-03-31T21:32:56+02:0031 Marzo 2017|Air News|

Air France e KLM tornano a Malpensa – Il nuovo B787 Dreamliner di Air France

Air France e KLM riaprono i collegamenti dallo scalo intercontinentale di Milano Malpensa dopo cinque anni d’assenza; con il nuovo orario estivo, Air France e KLM operano rispettivamente cinque frequenze giornaliere per Parigi CDG e quattro per Amsterdam Schiphol.

L’apertura delle nuove rotte è stata ufficializzata con una conferenza stampa e con la presentazione del nuovo gioiello della compagnia transalpina: il Boeing 787-9 Dreamliner. L’aeromobile è entrato a far parte della flotta lo scorso mese di dicembre ed ha eccezionalmente operato il volo AF 1830, tratta normalmente riservata ad aeromobili Airbus a corridoio singolo. Il B787-9 Dreamliner di Air France ha 276 posti: 30 Business Class (configurazione 1-2-1), 21 Premium Economy Class (configurazione 2-3-2) e 225 Economy Class (configurazione 3-3-3). Ogni sedile ha uno schermo touch da sedici pollici.

(Cockpit del 787 Dreamliner F-HRBA di Air France – Foto di Paolo Cenci)

Durante la conferenza stampa sono intervenuti Giulio De Metrio, COO SEA, e Barry ter Voert, SVP Europe del gruppo Air France KLM.

(Barry ter Voert, SVP Europe del gruppo Air France KLM – Foto di Alberto Sanarlitano)

La riapertura dei collegamenti da Malpensa, in continuità con i voli da Linate, offrirà ai viaggiatori un maggior numero di posti disponibili e consentirà di raggiungere ben 178 destinazioni in tutto il mondo con tempi di coincidenza a Parigi CDG o Amsterdam Schiphol inferiori alle due ore.

(Il tradizionale momento del taglio del nastro – Foto di Alberto Sanarlitano)

La presenza di Air France KLM a Malpensa conferma il trend positivo per il traffico passeggeri. Anche nei primi mesi del 2017 l’andamento è positivo (+15,6% a gennaio e +11,8 a febbraio); rispetto alla media nazionale, Malpensa registra una crescita superiore al doppio (+5,1%).

Alberto Sanarlitano

Di |2017-03-30T13:20:31+02:0030 Marzo 2017|Air News, Compagnie aeree, Malpensa|

Le indagini sul laptop di Daallo Airlines

In un momento in cui le amministrazioni statunitense e britannica hanno preso provvedimenti per vietare il trasporto in cabina passeggeri di laptop e tablets di dimensioni più grandi dei normali telefoni portatili, sarà bene fare il punto su ciò che è stato appurato durante il corso delle indagini seguite all’incidente occorso il 2 febbraio 2016 all’Airbus 321 della Daallo Airlines del quale da noi non si è più parlato dal momento che per i nostri media, come da consueta prassi, se a bordo non vi sono italiani è inutile dedicare tempo e spazio all’evento. Nel precisare che la restrizione adottata da Usa e UK riguarda voli provenienti da specifiche aree geografiche (1) ripercorriamo gli avvenimenti.

Il 2 febbraio del 2016 l’A321 di proprietà Hermes Airlines, operato però dalla somala Daallo (SX-BHS) era decollato alle ore 11.00 tempo locale da Mogadiscio diretto a Djibouti (2) . A bordo 7 membri di equipaggio e 74 passeggeri. Erano trascorsi circa quindici minuti con l’aereo che ancora non aveva raggiunto la quota di crociera e si trovava a 14.000 piedi, quando una violenta esplosione avveniva all’interno della cabina passeggeri sul lato destro proprio nella parte sovrastante l’attacco dell’ala.

L’esplosione non aveva danneggiato i comandi dell’aereo e l’equipaggio poteva condurre il velivolo in emergenza all’aeroporto di Aden. All’interno della cabina i passeggeri venivano fatti accomodare in area distante dal foro carlinga. Fra loro vi erano due feriti mentre risultava evidente che vi era una persona mancante. Successivamente il corpo esanime del passeggero mancante verrà ritrovato nei pressi della città somala di Dhiiqaaley.

Veniva appurato che la maggior parte dei passeggeri imbarcati sull’A321 erano in realtà prenotati su un volo della Turkish Airlines il quale era stato cancellato. L’aereo della Turkish sarebbe dovuto giungere a Mogadiscio da Dijbouti ma non partì da quest’ultimo aeroporto per motivi meteo. Tale particolare ha contribuito a far diffondere la voce che le autorità turche avessero avuto sentore che il loro volo in uscita da Mogadiscio avrebbe potuto essere oggetto di un attentato. (3)

Il 13 febbraio con una email il gruppo di al-Shabab rivendicava l’attentato ammettendone però il parziale fallimento dal momento che non si era riusciti ad abbattere l’aereo.

Le indagini sono state condotte dalla SAAIA (Somalia Air Accident Investigation Authority) con l’ausilio dei servizi di intelligence di vari paesi ed anche prima della rivendicazione era chiaro che a bordo del velivolo era avvenuta una deflagrazione con tracce di esplosivo chiaramente individuate.

L’investigazione appurava che una bomba celata all’interno di un laptop era stata portata nella cabina dell’aereo da un passeggero condotto sottobordo con una sedia a rotelle e poi, una volta a bordo, accomodato in un posto situato nella fila 15 (4) , la fila che si trova sopra l’ala.

Dobbiamo ricordare che le file di poltrone situate in prossimità dell’attacco alare sono sempre “le preferite” dagli attentatori in quanto una esplosione in questa area può provocare un conseguente incendio del carburante contenuto nei serbatoi alari con gli immaginabili effetti catastrofici che ne possono derivare. (5)

Le indagini della SAAIA hanno portato all’arresto di una ventina di persone fra dipendenti aeroportuali e ufficiali governativi risultati essere complici o fiancheggiatori dell’attentato circa il quale però non è stato definitivamente chiarito se la vittima fosse a conoscenza o meno dell’esplosivo contenuto all’interno del laptop.

Ricordiamo che due mesi prima dell’incidente di Mogadiscio, il 31 ottobre 2015, era avvenuta la sciagura aerea del Sinai con 224 persone morte a bordo dell’A321 della Metrojet in volo da Sharm el-Sheikh a San Pietroburgo (lattina esplosiva), mentre ancora negli ambienti aeronautici si è in attesa di conoscere le cause che hanno provocato la scomparsa nel Mar Mediterraneo dell’A320 di Egyptair avvenuta il 19 maggio 2016 durante il volo Parigi-Cairo (66 vittime). Vi è da ritenere che dietro il provvedimento adottato da Stati Uniti e Gran Bretagna vi siano ulteriori sviluppi investigativi circa la possibilità che il “fallito” attentato al volo Daallo Airlines possa ora essere replicato con maggiore precisione ed efficacia distruttiva.

 

(1) I paesi di provenienza colpiti dal provvedimento sono i seguenti: Arabia Saudita,Egitto, Giordania,Kuwait, Marocco, Qatar, Turchia, UAE.

(2) Di non semplice spiegazione la nazionalità della compagnia in oggetto la quale è in effetti controllata da capitale somalo ma è basata nella free-zone dell’aeroporto di Dubai ed ha il suo hub sullo scalo di Djibouti. Inoltre a complicare lo scenario va detto che il velivolo incidentato è di proprietà della Hermes Airlines, un vettore ellenico.

(3) Questa versione è stata riportata in data 9 febbraio da World News, Somalia News, Mareeg :

(4) In alcuni casi viene indicata la fila quindici, in altri la fila sedici.

(5) Vedi Avianca 27 novembre 1989 e il mancato disastro di Philippine Airlines 11 dicembre 1994. “Quando il Cielo esplode” Antonio Bordoni , Logisma 2016; pagg. 164-168

da Air-accidents.com

Di |2019-11-16T21:09:30+01:0024 Marzo 2017|Air News, Compagnie aeree|

Boeing consegna a Ryanair il 450° 737-800 Next-Generation

21 marzo 2017 – Boeing e Ryanair celebrano la consegna al vettore del 450° aereo 737-800 Next-Generation. L’importante traguardo è stato raggiunto in meno di vent’anni: la compagnia irlandese ha ricevuto una media di 25 aerei di 737-800 all’anno, a partire dal 1999.

“Ryanair è orgogliosa di essere partner di Boeing e di avere in servizio una flotta totalmente Boeing sin dal 1994”, ha commentato il Chief Operations Officer di Ryanair, Mick Hickey. Il nostro attuale ordine di aerei 737-800 e del 737 MAX 200 “Gamechanger” ci consentirà di espandere la nostra flotta a 585 aerei e il numero dei nostri passeggeri a 200 milioni all’anno entro il 2024, conservando la nostra posizione di compagnia aerea più grande, più green e più pulita d’Europa”.

Con oltre 80 aerei 737-800 Next-Generation ordinati, Ryanair è anche il cliente di lancio del 737 MAX 200, con 100 ordini all’attivo. Il 737 MAX 200 può contenere fino a 200 posti a sedere, incrementando così il potenziale di guadagno e garantendo alle compagnie aeree un risparmio di carburante fino al 20% in più per posto a sedere rispetto agli attuali aerei single-aisle più efficienti.

“Ryanair ha dimostrato costantemente le eccezionali capacità economiche, di affidabilità e sicurezza del 737-800 Next-Generation, utilizzando questo aereo sin dall’inizio fino a diventare una delle più grandi compagnie aeree al mondo”, ha dichiarato Monty Oliver, vice president European Sales di Boeing Commercial Airplanes. “La consegna del 450° 737-800 è davvero un eccezionale traguardo nella storia condivisa delle due aziende e noi non vediamo l’ora di supportare Ryanair nella prossima fase del suo incredibile percorso, con l’introduzione del 737 MAX 200”.

Ryanair l’anno scorso ha trasportato 119 milioni di passeggeri con 1.800 voli giornalieri verso oltre 200 destinazioni. Il vettore di Dublino è il maggior cliente di 737-800 al mondo ed il più grande operatore Boeing in Europa.

tratto da boeingitaly.it

Di |2017-03-22T12:38:32+01:0022 Marzo 2017|Air News, Compagnie aeree, Costruttori|

Un 747 Lufthansa a Malpensa

Durante l’ultima sessione di spotting interna allo scalo di Milano Malpensa, effettuata il 18 marzo,  ci siamo trovati di fronte a una sorpresa inaspettata: un Boeing 747 di Lufthansa che è atterrato per problemi tecnici.

Partiamo dall’inizio. Mentre eravamo in attesa di passare i controlli per accedere in area airside, qualcuno, tramite l’applicazione di Flightradar24, ha scorto l’arrivo inusuale di un quadrireattore della compagnia di bandiera tedesca. Subito abbiamo cercato di capirne i motivi, anche perché non aveva lo squawk 7700, che è il codice per le emergenze in volo.

Dopo essere stato parcheggiato su un remoto di fronte all’area cargocity, i passeggeri sono stati sbarcati e con loro anche le merci viaggianti. Abbiamo constatato che anche il personale di bordo ha abbandonato il B747 sotto un sole primaverile.

L’aereo era un Boeing 747-400 con matricola D-ABVT (s/n 28287, un vecchietto di 20 anni) che proveniva da Buenos Aires e diretto a Francoforte sul Meno con il codice di volo LH511D.

Dopo circa un’ora, mentre tutti i widebody ci passavano a pochi metri, abbiamo scorto l’arrivo di un furgoncino di Lufthansa Technik i cui occupanti avevano tutta l’aria di capire come sistemare il bestione. Nel frattempo, dalla Germania, veniva inviato un Airbus A321, matricola D-AIDM, per recuperare i passeggeri e portarli alla destinazione. C’è chi ha fatto notare come, dopo un volo di parecchie ora, gli stessi passeggeri si ritrovano in un aeroporto che non è quello “giusto”, quindi con varie ore di ritardo. Non solo; qualche passeggero, arrivato a Francoforte, dovrà prendere un volo per tornare proprio a Malpensa…

Durante tutta la sessione di spotting il B747 è rimasto sul medesimo parcheggio e solo il giorno successivo, tramite il sito avHerald.com abbiamo potuto capire cosa era successo.

Già il volo originario era stato sfortunato, dato che era partito proprio D-ABVT, al posto del più nuovo 747-8 previsto in origine, in ritardo di un giorno intero, con codice di volo LH511D.

Giunto a Buenos Aires anche il nostro “eroe” aveva avuto bisogno di una manutenzione straordinaria all’impianto anti-icing, riuscendo però a partire per il ritorno in patria. Giunti però sopra Lione (Francia) il pilota ha deciso di deviare verso Malpensa a causa della quota bassa (1500 mt / 5000 feet) e rischio di congelamento, riportata precedentemente anche da altri piloti. Tutto ciò ha fatto cumulare il ritardo totale a 27,5 ore.

Il 747 D-ABVT è ripartito alla volta di Francoforte alle 12.16 (codice di volo LH9927) di Domenica 19 per arrivare a casa 55 minuti dopo.

Fabio Zocchi

Fonti:

Flightradar24 – Dati di D-AVBT

Pagina di AvHerald

Di |2019-04-13T14:44:27+02:0020 Marzo 2017|Compagnie aeree, Malpensa, Spotting|

Si muore più per le emissioni atmosferiche che per gli incidenti aerei

Lo studio del MIT (Massachusetts Institute of Technology) non è proprio di ieri (1) tuttavia tenendo presente che gli incidenti aerei mortali sono diventati eventi rari, le cifre sulle morti per inquinamento atmosferico che supererebbero quelle causate da incidenti trapelate in merito alla ricerca in oggetto, potrebbero ora avere un solido fondamento.

Che l’aereo fosse un mezzo di trasporto inquinante era da sempre noto. In tal senso non è stato molto saggio deregolamentare i cieli prima degli Usa, poi d’Europa e quindi del resto del mondo. Facendo ciò si è provocata la proliferazione del numero di aerolinee e di aerei salvo a posteriori, a mò di lacrime di coccodrillo, ricorrere al solito sistema di creare l’ennesimo balzello da applicare alle emissioni di biossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera, credendo in tal modo di porre rimedio al danno fatto.

Proprio su questo tema a febbraio di quest’anno vi è stato un intervento del Pontefice il quale prendendo la parola ad una udienza vaticana alla quale partecipavano un migliaio di imprenditori di aziende provenienti da tutto il mondo ha dichiarato che “gli aeroplani inquinano l’atmosfera ma con gli introiti di una parte della tariffa nuovi alberi vengono piantati per compensare il danno prodotto. Seguendo questo modo di ragionare un giorno arriveremo al punto in cui le fabbriche di armamenti costruiranno ospedali per quei ragazzi che cadono vittima delle loro bombe. Questa si chiama ipocrisia.” (2)

Sull’inquinamento ambientale a gennaio del 2007 vi fu un acceso scambio di battute fra il ministro britannico all’ambiente Ian Pearson e Michael O’Leary, ceo di Ryanair: “Quando si tratta di cambiamenti climatici, Ryanair non solo è il volto inaccettabile, ma anche quello irresponsabile del capitalismo. O’Leary sembra essere orgoglioso di rifiutare il concetto che i cambiamenti climatici siano un problema reale”. La replica di Ryanair fu di “accuse sciocche e infondate”. Che i motori degli aerei inquinino è vero ma era anche vero che la compagnia irlandese vanta da sempre una delle flotte più giovani fra le compagnie aeree. (3)

Ed è proprio in questo clima alquanto surriscaldato che si è venuta ad inserire la ricerca effettuata dal professor Steven Barrett del MIT circa l’impatto che le emissioni degli aerei possono avere sulla salute dell’uomo.

Dopo la liberalizzazione del trasporto aereo prima negli Usa e poi in Europa, l’aviazione civile commerciale ha registrato uno sviluppo senza precedenti dovuto in via primaria alla nascita di vettori aerei a basso costo («LCC»), che applicano un modello commerciale basato sulla rapidità dei tempi di andata e ritorno e un utilizzo estremamente efficiente della propria flotta. Questo sviluppo ha generato un aumento vertiginoso del traffico aereo in particolare di quello generato appunto dai vettori a basso costo. Secondo i dati diffusi proprio in questi giorni dall’Enac (4) i passeggeri trasportati dai vettori low cost negli aeroporti italiani hanno ormai pareggiato quelli trasportati dai vettori tradizionali. Ma il fenomeno è ormai diffuso non solo in Europa ma ovunque nel mondo.

Le conclusioni cui perviene lo studio di Barret non sono rassicuranti.

“Barret e i colleghi hanno usato una simulazione computerizzata che ha confrontato dati riguardanti il percorso degli aerei, la media di combustibile bruciato durante i voli e il valore delle emissioni inquinanti stimate.

La simulazioni, basate su dati sperimentali, hanno registrato sia gli spostamenti delle particelle inquinanti nell’atmosfera, sia le emissioni inquinanti causate trasporti internazionali, specialmente in Asia e in Nord America.

Lo studio ha tenuto conto della distribuzione della popolazione mondiale e di come le rotte aeree potrebbero accrescere complessivamente il rischio di morte. Complessivamente, il gruppo di ricerca ha stimato che 8.000 morti all’anno sono il risultato di inquinamento derivante da aerei che volano ad altitudini di circa 10.000 metri, mentre 2.000 sarebbero le vittime causate dagli scarichi inquinanti emessi durante le fasi di decollo e atterraggio.” (5)

E’ sempre lo studio però ad avvertire che contrariamente a quello che si ritiene, non sono le aree limitrofe ai grandi aeroporti quelle ad essere interessate dai maggiori impatti ambientali. Infatti quando un aereo vola alla quota di crociera i venti possono spandere lontano a notevoli distanze (fino a diecimila km) gli agenti inquinanti.

“Negli Stati Uniti i morti per le emissioni inquinanti degli aerei ammontano a 450 ogni anno, appena un settimo di quanto aspettato se gli agenti inquinanti cascassero perpendicolarmente verso terra dall’aereo.

In India, invece, le vittime dovute a questo tipo di emissioni inquinanti ammontano a circa 1,640 per anno, circa sette volte di più di quanto previsto basandosi sul numero di aerei che atterrano e decollano dal paese. Molte di queste morti non sono causate dai voli sopra l’India, ma dalle emissioni inquinanti provenienti da Europa e America, che poi si spostano verso l’Asia”

Abbiamo sopra ricordato come Ryanair abbia una delle flotte più giovani di Europa, tuttavia ci sia permesso approcciare il problema da altra angolazione: negli anni ante-deregulation, quando le low cost dovevano ancora nascere le compagnie aeree gestivano solo quei collegamenti per i quali “sulla carta” sussisteva una effettiva domanda. Oggi invece in virtù del fatto che ogni scalo aperto rappresenta un mercato, i collegamenti vengono attivati dalle aerolinee nuova generazione anche dove la domanda è tutta da costruire con il presupposto che essa si autogenererà in ogni caso grazie alle tariffe “regalate”.

Quanto tutto ciò sia accettabile dal punto di vista ambientale è tutto da discutere.

(1) MIT (Massachusetts Institute of Technology), Environmental Research letters “Global, Regional and Local health impacts of civil aviation emissions” 2015, IOP Publishing

(2) http://www.sueddeutsche.de/reise/fluege-papst-co-kompensation-fuer-flugreisen-ist-heuchelei-1.3364175

(3) The Telegraph, 6 gennaio 2007, “Dogfight between pollution minister and Ryanair”

(4) Dati di Traffico 2016, Enac

(5)http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2010/10/13/news/aerei_l_inquinamento_uccide_pi_degli_incidenti- 122586/

www.air-accidents.com

Di |2017-03-20T07:33:02+01:0020 Marzo 2017|Air News, Compagnie aeree|

Iran Air ha ricevuto il suo primo Airbus A330-200

Iran Air ha ricevuto venerdì il suo primo A330-200, il primo di un ordine di 45 aeromobili della Famiglia A330.

La consegna è parte di un importante piano di rinnovamento della flotta del vettore, ed è il primo wide body di un ordine fermo siglato dal vettore di bandiera dell’Iran nel dicembre 2016 per 100 aeromobili Airbus (46 a corridoio singolo e 54 wide body).

L’A330-200 di Iran Air ha una configurazione di cabina in due classi con 32 passeggeri in classe Business e 206 in classe Economy.

La consegna, che si è svolta presso il Delivery Center di Airbus di Tolosa, segna un ulteriore importante tappa per Iran Air, che ha celebra il 56° anniversario dalla sua costituzione.

La Famiglia A330, disponibile anche nelle varianti per il trasporto cargo, VIP, militare e per il rifornimento in volo, conta a oggi oltre 1.500 ordini con più di 1.100 aeromobili attualmente in servizio nel mondo presso 100 operatori.

Agenzia di stampa TT&A

Di |2017-03-15T13:06:36+01:0015 Marzo 2017|Air News, Compagnie aeree, Costruttori|

Roll-out del Boeing 787-10 Dreamliner

18 febbraio 2017 – ll Boeing 787-10 Dreamliner, il terzo membro della famiglia 787 Dreamliner, ha fatto il suo debutto nello stabilimento di assemblaggio Boeing South Carolina, a North Charleston. Migliaia di dipendenti hanno celebrato l’evento, insieme al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e al Governatore della South Carolina Henry McMaster.

“Quello che sta succedendo qui a Boeing South Carolina è proprio una vera storia di successo americano”, ha dichiarato Dennis Muilenburg, chairman, president e CEO di Boeing. “Nel giro di pochi anni, il nostro team ha trasformato un sito completamente nuovo in un moderno stabilimento di produzione aerospaziale, che sta consegnando i 787 alle compagnie aeree in tutto il mondo e sostenendo migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti”.

Il 787-10, realizzato esclusivamente nello stabilimento Boeing in South Carolina, sarà ora preparato per il suo primo volo, che avverrà nelle prossime settimane.

“Questo aereo, il più efficiente della sua categoria, è il risultato di anni di duro lavoro e dedizione da parte dei nostri team di Boeing, dei fornitori e dei community partners in South Carolina e in tutto il mondo”, ha dichiarato Kevin McAllister, president e CEO di Boeing Commercial Airplanes. “Sappiamo che i nostri clienti, incluso il launch customer Singapore Airlines, ameranno ciò che il 787-10 farà per loro flotte, e non vediamo l’ora di vederli volare”.

Boeing consegnerà il 787-10 alle compagnie aeree nel 2018. L’aereo ha ottenuto 149 ordini da nove clienti in tutto il mondo.

Il 787-10, il modello più lungo della famiglia Dreamliner, 18 piedi (5,5 metri) in più del 787-9, farà aumentare le rotte non-stop aperte dal 787-8 e dal 787-9 con un livello di efficienza senza pari. La famiglia 787 Dreamliner è una parte fondamentale della strategia twin-aisle di Boeing, che offre una famiglia di aerei moderni, efficienti e ottimizzati in ogni segmento di mercato. Da quando è entrata in servizio nel 2011, la famiglia 787 ha trasportato oltre 140 milioni di persone su 530 rotte in tutto il mondo, risparmiando circa 13 miliardi di pound di carburante.

Tratto da Boeingitaly.it

Di |2017-02-22T12:33:29+01:0022 Febbraio 2017|Air News, Costruttori|

Impegno di Singapore Airlines per l’acquisto di 20 aerei Boeing 777-9 e 19 787-10

9 febbraio 2017 – Boeing è lieta che Singapore Airlines abbia annunciato il suo impegno ad acquistare 20 aerei 777-9 e 19 787-10 Dreamliner. Il vettore nazionale ha inoltre confermato il suo impegno per il suo precedente ordine di 30 aerei 787-10, la variante più grande del Dreamliner di cui è anche cliente di lancio.

Una volta concluso, l’ordine verrà postato nella sezione Ordini e Consegne del sito Boeing.

“Singapore Airlines è un cliente Boeing di valore da oltre 50 anni e siamo onorati che abbia scelto il 777X e il 787-10 per espandere la sua futura flotta widebody. Si tratta degli aerei più efficienti, capaci e amati dai passeggeri nella loro categoria”, ha dichiarato il Presidente e CEO di Boeing Commercial Airplanes, Kevin McAllister. “Apprezziamo la fiducia, l’impegno e il sostegno di Singapore Airlines e non vediamo l’ora di consegnare la capacità leader di mercato a uno dei leader industriali più rispettati al mondo”.

L’eccezionale risparmio di carburante promesso dalla famiglia del 777X è merito della tecnologia avanzata che comprende una nuova ala in materiale composito, motori completamente nuovi e caratteristiche aerodinamiche superiori. Il 777-9 sarà il più grande e più efficiente aereo commerciale bimotore al mondo con i costi operativi più bassi per posto a sedere di qualsiasi altro aereo commerciale e senza competitor nel suo segmento di mercato.

Il 787-10 è il terzo membro della super efficiente famiglia del 787 Dreamliner. Con la sua maggiore capacità passeggeri e cargo, l’alto grado di commonality e le caratteristiche preferite dai passeggeri, il 787-10 completerà la famiglia stabilendo al contempo un nuovo standard nel risparmio di carburante e nelle caratteristiche economiche operative – 25% di risparmio di carburante per posto a sedere e di emissioni rispetto agli aerei che sostituisce.

Sin dalla sua introduzione, il 787 Dreamliner ha aperto oltre 130 nuovi collegamenti tra città in tutto il mondo, come mai accaduto prima.

(Tratto da BoeingItaly.it)

Di |2017-02-15T07:05:48+01:0015 Febbraio 2017|Air News, Costruttori|

FedEx dal 9 Febbraio alla Cargo City di Malpensa

FedEx Express, la più grande compagnia di trasporto espresso al mondo, nell’ambito di una più ampia strategia volta a rafforzare la propria rete logistica europea, avviata per rispondere alla crescente domanda di servizi di logistica da parte delle imprese e dei clienti in tutto il mondo, annuncia il completamento della nuova base operativa di Malpensa.

Per celebrare questo importante traguardo nella storia di FedEx in Italia, SEA e FedEx Express hanno invitato la stampa e gli appassionati all’inaugurazione che si terrà:

Giovedì, 9 febbraio 2016 – Ore 11.15

Nuova Cargo City

Sud Aeroporto Di Malpensa

Indicazioni stradali

Per chi arriva dalla Autostrada A4 (Uscita Marcallo/Mesero) o A8:

  • Seguire SS336 fino alla uscita “Lonate Pozzolo Cargo city”
  • seguire per la Cargo city
  • Alla rotonda, svoltare a destra
  • Attraversare tutta la cargo city
  • Poi svoltare a destra e subito dopo a sinistra
  • LAT: 45°36’33.94″N
  • LON: 8°43’7.84″E

Nota: Per l’accreditamento in loco sarà necessario un documento di identità (carta di identità o passaporto)

(Ufficio stampa SEA)