Circa Ricardo Baldassarre

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Così dev’essere un museo dell’aviazione! + galleria fotografica

Nel mio recente viaggio in Svezia ho avuto il piacere di trascorrere qualche ora nel bellissimo museo dell’aviazione militare svedese a Linköping, il Flygvapenmuseum.

Consigliato caldamente da amici italo/svedesi, non mi sono fatto pregare due volte e così, a bordo di una comodissima Volvo V50, io e una coppia di amici di Vicenza, assieme alla loro figlioletta, ci siamo recati alla base aerea di Malmen a pochi chilometri di distanza dalla cittadina di Norrköping dove eravamo ospiti.

L’arrivo in città si rileva subito interessante; a lato dell’autostrada ci sono diversi piloni con in cima degli aerei Saab, tipo il JAS39 Gripen o il velivolo di trasporto civile Saab 340, ricordando a tutti che qui sorgono gli importanti stabilimenti aeronautici della Saab Aviation.

Appena entrati la prima sorpresa: il costo del biglietto è di 50 corone svedesi, circa 5,50€ per gli adulti mentre per i bambini e ragazzi sotto i 19 anni l’ingresso è gratuito. Prezzo assolutamente irrisorio, specialmente considerando di aver passato almeno quattro ore tra i vari aerei e l’immancabile ristorante interno.

Il museo si presenta certamente grande e moderno, diviso in tre parti ben distinte sia come struttura che come tema trattato.

Nella prima parte del museo sono presenti tutti gli aerei utilizzati dall’aviazione svedese dalla nascita dell’aeronautica fino al modernissimo Gripen.

Nella seconda troviamo invece una mostra particolare dell’aviazione svedese e di altri stati durante i terribili anni della guerra fredda  (la Svezia è fisicamente a metà strada tra l’ex URSS e gli Stati Uniti).

La terza sezione è dedicata al relitto di DC3 recuperato in mare a seguito dell’abbattimento da parte di un Mig-15 russo nel 1952.

Si parte subito dalla parte sinistra del museo: entrare in quest’area è come tornare indietro di 100 anni, perché sono esposti i primi aerei costruiti agli albori dell’aeronautica svedese.

Linkoping_mini_02Troviamo aerei tipo il M1-Nieuport acquistato dalla Francia nel 1912 e il B1-Brequet dello stesso anno, rigorosamente con le ali in tela e struttura in legno con tiranti in metallo; il vederli fa pensare a chi questi aerei li pilotava e al loro coraggio.

Questi preziosi aerei sono tutti appoggiati a terra e hanno un blando cordone di sicurezza per evitare di toccarli, anche se, a essere sincero, le parti alte delle ali si potevano benissimo vedere e toccare così come era possibile vedere nei dettagli il motore.

La sensazione di leggerezza e di estrema delicatezza che ho provato nel “tastare” le varie parti delle ali mi fa pensare a quanto erano temerari i primi piloti di un secolo fa’, veri e propri pionieri che per passione e spirito militare rischiavano la loro vita in nome della scienza e della difesa del proprio paese.

Girare tra queste meraviglie perfettamente restaurate è semplicemente bello, ma le sorprese continuano con gli aerei degli anni 30-40, dove al posto del legno e tela si passa a strutture complete in metallo. In quasi tutti si riesce ancora a sentire l’odore di carburante e olio presente nei motori.

Questi aerei però non hanno nessuna protezione da parte del visitatore, per cui si possono toccare, vedere com’erano rivettate le singole parti o semplicemente passarci sotto, per scoprire, con inquadrature inusuali, queste meravigliose macchine volanti.

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La collezione si compone di moltissimi aerei provenienti da tutte le parti del mondo; si trovano ad esempio gli italiani Caproni e Fiat assieme ai Fokker olandesi, passando dai tedeschi Heinkel e Junkers, più ovviamente diversi modelli di produzione Saab.

La visita continua con gli aerei della seconda guerra mondiale fino ai caccia dei giorni nostri. Menzione particolare al bellissimo P51 Mustang americano nella sua classica “tenuta” grigio metallo.

Scenografico è invece vedere un italianissimo Reggiane Re 2000 Falco diviso in due: tutto il lato sinistro della fusoliera è in plexiglas, dove è possibile vederne l’intera struttura portante, la cabina di pilotaggio e tutti i cavi di tiraggio e comando che vanno nella parte finale dell’aereo.

Oltre agli aerei veri e propri, ci sono molte vetrine con attrezzatura ed equipaggiamenti utilizzati nelle varie epoche assieme a grandi cartelloni con scritte tutte svedesi (perdonatemi ma per il momento il mio svedese è in pratica nullo!).

Interessante, nell’ultima parte di questo padiglione, vedere un motore JT8D utilizzato sugli MD80 che, da come è posizionato sul suo piedistallo, offre la possibilità di infilarcisi dentro dalla parte posteriore!!!   Non ho capito come mai questo motore sia in esposizione e quale aereo militare l’aveva in dotazione, però vederselo davanti senza la copertura classica è veramente affascinante!

Alla fine della visita di questo padiglione, c’era una curiosa sala con l’esposizione, in ordine storico, di seggiolini eiettabili. Partendo dai semplicissimi sedili di legno e stoffa, senza nessuna cintura o altro tipo di sicurezza, pian piano si va avanti con gli anni e i sedili incominciano a essere più tecnologici, con l’introduzione di manovelle per sollevare il sedile di qualche centimetro fino ad arrivare ai sedili eiettabili di oggi con cariche esplosive per permettere l’espulsione del pilota. Sullo sfondo scuro ci sono due proiettori con immagini riguardanti test e prove reali di utilizzo dei seggiolini eiettabili. E’ veramente terribile pensare di avere una pressione sul corpo uguale alla velocità dell’aereo in pochi nanosecondi, ma grazie alle tecnologie di oggi un pilota sopravvive tranquillamente.

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Un’altra sorpresa è la zona dei giochi per bambini presente su una grande terrazza, caratterizzata da angoli dove giocare con i famosi Lego, oppure disegnare su un tavolone pieno zeppo di colori e fogli. Ci sono anche dei veri e propri piccoli esperimenti dove i bambini possono cimentarsi a usare il tappeto volante o far volare un aeroplano in un semplicissimo simulatore.

Per me, ormai assiduo frequentatore di musei e locali svedesi, è normale vedere un’area di gioco per i bimbi, ma la cosa che mi ha fatto piacere era l’animatore che ha preso tutti i bambini e gli ha traghettati in giro per il museo a vedere gli aerei spiegando come volano e le loro caratteristiche.

Sempre in questa zona c’è uno dei pezzi forti del museo: il simulatore del JAS39 Gripen. Purtroppo, vista la coda (è a pagamento, circa 10 euro per almeno 20 minuti di simulazione), ho dovuto desistere ma è veramente ben fatto. Si caratterizza da 3 mega-schermi frontali con una riproduzione fedele della cabina di pilotaggio e di tutti i comandi e luci. A fianco c’è sempre un addetto che spiega come districarsi tra le centinaia di bottoni e comandi, e aiuta il pilota a non far schiantare il povero aereo al suolo….

Prima di passare alla seconda grande esposizione c’è una grossa sala interessante; qui troviamo diversi giochi ed esperimenti che i piccoli e grandi possono fare, come getti di aria dal pavimento dove far volare dei piccoli modellini di carta, una galleria del vento dove provare diversi profili alari, per arrivare a un muro dove bisogna indovinare a quale aereo corrisponde il rumore di motore che si sente.

In questa sala mi sono concentrato sul simulatore del traffico aereo. Ci si trova davanti a una plancia con i vari aerei da gestire e, spostando solo il numero del volo tra le varie sezioni, si ordinavano agli aerei le operazioni che devono compiere.  Ancora adesso non ho capito se il simulatore mi parlava in svedese o inglese, tant’è che due aerei sono rimasti in attesa di decollare e non sapevo come dare l’ok per il take-off. Che vergogna, sono un controllore mancato…..

Anche la seconda parte del museo è veramente bella e interessante, caratterizzata da un grande hangar abbastanza buio.  Grazie all’uso perfetto dei fari sono esposti in modo scenografico diversi aerei ed elicotteri dal 1950 al 1990 sia a terra che appesi al soffitto.

Quest’area espositiva è incentrata sugli anni che vanno dalla seconda guerra mondiale fino alla caduta del muro di Berlino, dove gli svedesi hanno vissuto periodi di paura a causa della tensione tra i russi e gli americani.

La visita parte da un favoloso Catalina in condizioni perfette. Personalmente ho perso almeno 10 minuti ad ammirarlo in lungo e largo, tanto mi piace questo aereo!

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Si continua poi con quattro zone chiuse ben distinte dove vengono rappresentati i periodi degli anni 1950-1960-1970-1980.

L’ingresso in ognuno di questi padiglioni è unico e particolare perché si entra in una casa svedese di quell’epoca con tanto di cucina e soggiorno completi di mobili, vestiti e arredamento. Se si aprono le ante dei vari mobili si trovano latte di cibi dell’epoca, attrezzi, documenti vari assieme ed elettrodomestici. Veramente curato in ogni dettaglio!

Assieme alla ricostruzione della casa ci sono diversi pannelli informativi colorati completi di schemi, mappe e video di eventi storici del periodo.

Anche qui, non conoscendo lo svedese, posso solo intuire quello che era descritto su questi grandi pannelli ma mi ha fatto piacere scoprire delle “buche da lettere” dove all’interno vi erano dei fogli plastificati con la traduzione in inglese completo di figure: un’attenzione particolare e apprezzata per i visitatori che non parlano la loro lingua.

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La terza parte del museo è dedicata alla tragedia del DC3 militare abbattuto dai russi nel 1952.

In breve, un Dakota militare con a bordo 8 persone tra piloti e marconisti, decollò dall’aeroporto di Stoccolma Bromma diretto sul Mar Baltico, con l’obiettivo di effettuare operazioni di raccolta informazioni radio. Venne, ahimè, abbattuto con una scarica di mitragliatrice da un Mig-15 sovietico che l’aveva intercettato.

Subito i Russi affermarono di non essere coinvolti, ma nel 1956 l’allora leader sovietico Nikita Krusciov ammise al primo ministro svedese Tage Erlander di aver dato l’ordine di abbattere l’aereo. Solo nel 1991 i Russi riconobbero pubblicamente le loro colpe.

Nel seminterrato vicino all’ingresso si trova una grossa sala buia con al centro il relitto recuperato nel 2004 nel Mar Baltico.

Il relitto è, in pratica, un groviglio di lamiere, a causa dei fori della mitragliatrice e per il forte impatto con l’acqua. Ciononostante, si riconoscono molto bene sia i lineamenti che le varie parti.

Le singole parti dell’aereo sono state pulite da alghe e molluschi depositati in circa quarant’anni di permanenza a 130 metri circa e tutto il relitto è protetto da una spessa vetrata, probabilmente con un clima controllato che evita la formazione di ruggine sulle parti metalliche.

Attorno al relitto si trovano delle teche con gli indumenti dell’equipaggiamento, le mappe, le checklist e i diversi apparecchi radio utilizzati a bordo, il tutto ancora in apparente buon stato.

A fianco ci sono diverse stanze, dove vengono ricordate le persone dell’equipaggio assieme alla ricostruzione della dinamica dell’abbattimento con l’aiuto di video e mappe interattive.

Qui, come per il famoso museo Vasa di Stoccolma, apprezzo ancora una volta come gli svedesi realizzino un museo attorno ad un evento tragico e drammatico come questo, per ricordare le persone dell’equipaggio cadute e per far chiarezza sulla vicenda tramite studi ed analisi dell’epoca.

Alla fine del museo c’è l’onnipresente ristorante e caffetteria dove ho gustato una buonissima zuppa di gamberetti con aneto e il classico caffè svedese di fine pasto.

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Ma le sorprese non finiscono qui: fuori dal ristorante all’aperto molti bambini si divertono con dei piccoli aeroplani di legno a pedali, girovagando tra i piccoli hangar e una torre di controllo appositamente costruiti.

Gli “aeroplanini” riproducono alcuni modelli di aereo in dotazione alle forze svedesi e sono completi di cloche per controllarne il ruotino posteriore, della riproduzione del quadrante con gli strumenti e di scarichi dei motori nella parte anteriore. Lo ammetto, in testa avevo pensato a un piccolo motore con l’elica che gira…

Anche qui l’attenzione degli svedesi ai bambini e alle famiglie è massima, bisognerebbe prenderli come esempio…

Sicuramente in futuro ritornerò in questo bellissimo museo anche per vedere la grande e fornitissima biblioteca interna, oltre ai modelli esposti all’esterno del museo.

Un museo grande con tantissimi aerei antichi e recenti in ottimo stato, un’organizzazione perfetta, un’attenzione maniacale ai contenuti e soprattutto un occhio di riguardo nei confronti delle famiglie con bambini.

Per concludere, ho anche scoperto che hanno vinto il premio come migliore museo svedese del 2011 e direi che se lo meritano tutto!
I miei complimenti!!!

Ricardo Baldassarre

GALLERIA FOTOGRAFICA

L’ingresso del Flygvapenmuseum

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La biglietteria con un piccolo negozio di gadget e modellismo.
Al pannello rosso/grigio sulla sinistra tramite delle cuffie si possono sentire i rumori dei vari aerei svedesi

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Perdonatemi ma mi sono dimenticato di prendere il modello di questo aereo, pero’ è bellissimo vedere il “ruotino” posteriore composto da dei semplici legni piegati!  Ali rigorosamente di tela e struttura in legno. In rilievo i tiranti sulle ali.
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Il Thulig G, idrovolante a doppia ala del 1917.

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Una rampa rialzata permette di avvicinarsi al B1 – Brequet C.U 1 del 1912 e di vedere abbastanza bene anche l’interno della cabina.

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Particolare del Breguet, bellissimo!!!!!

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Una piccola panoramica

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Uno dei 161 aerei J26 – North American P-51D Mustang usati dagli svedesi, come vedete per tantissimi aerei non ci sono protezioni attorno all’aereo.

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Particolare del muso con i dettagli dei rivetti e delle viti.

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Un B18 – Saab 18 del 1942 in restaurazione.

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Il biplano austriaco J1 – Phonix 122 D.II del 1926.

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Una delle numerose esposizioni di attrezzatura e vestiario dell’epoca.

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Uno dei due J20 – Reggiane Re 2000 Falco 1 del 1939 esistenti al mondo, bello la fusoliera trasparente per la visione della struttura interna.

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Il bombardiere B3 – Junkers JU86 K acquistato dalla Germania nel 1936, sollevato da terra.

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Un’altro aereo italiano, il J11 – Fiat C.R.42, da quanto ho capito è l’ultimo biplano utilizzato dall’aviazione svedese.
Questo è uno dei due modelli completi presenti al mondo.

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Un’altro aereo italiano, il J11 – Fiat C.R.42, da quanto ho capito è l’ultimo biplano utilizzato dall’aviazione svedese.
Questo è uno dei due modelli completi presenti al mondo.

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Ancora un’italiano, un bombardiere/ricognitore bimotore B16 – Caproni Ca 313.
Questo è una replica costruita a partire da diversi elementi originali. Al mondo non ci sono dei Ca 313 sopravvisuti.

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Foto “artistica” da sopra l’ala del Saab 210 – Lilldraken.
L’aereo è un modello sperimentale al 30% progenitore del Saab 35 Draken.

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“Simpatico” bombolone presente sotto il caccia Saab 21R con disegnato gli occhi e sorriso da squalo, giustamente cattivo visto che all’interno ci sono 8 piccole mitragliatrici!!!

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Il secondo prototipo costruito del caccia moderno Saab JAS39 Gripen.

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Il famoso motore Jet JT8D appoggiato in questa struttura senza copertura.

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Un Boeing Bertol 44A dalla stranissima forma a banana utilizzato dalla marina svedese per operazioni di recupero in mare, sminamento e operazioni anti-sottomarino. Si puo’ entrare al suo interno dalla porta anteriore e percorrerlo per intero uscendo da quella posteriore.

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La sala con l’esposizione dei sedili iettabili, qui i primi modelli in legno e stoffa, in fondo quelli con le manovelle per sollevare il sedile…..mamma mia…..

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Qui i sedili iettabili piu’ recenti, anche se dall’aspetto direi che tanto recenti non sono.

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L’area per i bambini dedicato al gioco del Lego.

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Vista della zona riservata ai bambini e alle famiglie, con piccoli esperimenti e il tavolone per disegnare.
Sullo sfondo dietro al pannello nero il simulatore del Jas39 Gripen

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L’interno del simulatore Saab Jas39 Gripen.
Purtroppo non ho fatto una foto, questa è per testimonianza ed è di Mr. Love Oborn (copyright)

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Il secondo padiglione dedicato agli eventi dal 1950 al 1990, una panoramica.

In alto a destra un de Havilland Vampire, in fondo un Mig-15 (unico aereo non usato dall’aviazione svedese ma è un’eccezione del museo visto il dramma del DC3 abbattuto), uno Spitfire PR Mk XIX usato equipaggiato con tre fotocamere per la ricognizione aerea.
A terra il TP-47 Catalina.

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Altri modelli esposti, appeso al soffitto il SK60 -Saab 105, a terra elicottero Boeing Vertol 107 della marina svedese e a destra l’Agusta Bell 204B.

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All’ingresso di questo padiglione, su una piattaforma rialzata, c’è questo Saab 32 Lansen sollevato di poco da terra.
Veniva utilizzato per operazioni di ricognizione fotografica ed era dotato di avanzati sistemi elettronici e radar.

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A sinistra il caccia Saab 37 Viggen e alla destra l’elicottero anti-tanker HKP-9.

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Una foto ricordo davanti al bellissimo e maestoso TP-47 Catalina, perfetto in ogni dettaglio!!!
Era uno dei tre acquistati dalle forse aeree canadesi e non armato, veniva usato per operazioni di ricerca e recupero.
E’ stato utilizzato nel tentativo di individuare i superstiti del DC3 abbattuto nel 1952.

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Un particolare del muso, mi fa impazzire questo aereo!!!!!

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Piccola area con esposte macchine fotografiche e sistemi utilizzati su diversi aerei per la ricognizione aerea.

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Uno dei numerosi pannello informativi disseminati attorno agli aerei, qui in particolare era dedicato alla guerra fredda.

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L’ingresso nella zona dedicata al 1960.

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Una ricostruzione di una casa svedese del 1960, simpaticissimi i missili americani e russi che sbucano dal pavimento!!!

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Qui una ricostruzone di una casa del 1990.

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Il Boeing Vertol 107 della marina svedese a doppio rotore.

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Il relitto del DC-3 TP 79001 abbattuto nel 1952, l’aereo è rinchiuso da una spessa vetrata e appoggiato su una pedana rialzata.
A sinistra una delle teche con le attrezzature e i vestiti recuperati dal relitto.

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Particolare del muso e del motore destro, l’impatto con l’acqua dev’essere stato terribile.

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La fiancata sinistra è completamente distrutta dai colpi di mitragliatici. L’ala sinistra era staccata dal resto dell’aereo.

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I simpaticissimi aeroplanini utilizzati dai bambini.

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Un piccolo hangar con due aerei all’interno.
Si possono vedere i dettagli della cabina e la cloche per muovere il ruotino posteriore.

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Volete provare il vento a 25 metri al secondo?
Indossate gli occhialini di protezione, schiacciate un tasto e mettetevi dietro al rotore!
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Esposizione esterna, purtroppo ho scoperto solo a casa tramite il loro sito la presenza di altri modelli oltre a questi tre visibili dall’ingresso.

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Di |2016-11-16T20:39:50+01:0011 Novembre 2011|Spotting|

Paura di Volare… Istruzioni per l’uso

E’ un incontro organizzato da “CLIPPER” – Associazione Italiana Amici dell’Aviazione, sull’argomento “Paura di Volare” che si terrà presso l’Aeroporto di Malpensa sabato 19 novembre.

Questo appuntamento è rivolto a chi consapevolmente sa di essere “vittima” di questa fobia, a coloro che ignari si sentono al sicuro perché convinti che a loro non capiterà mai di vivere con disagio l’esperienza del volo, ma anche a coloro che incuriositi, desiderano semplicemente conoscere o approfondire l’argomento.

L’incontro sarà animato dagli esperti Milvia Parietti e Paolo Moltrasio.

L’appuntamento è fissato per le ore 15.00 di sabato 19 novembre presso la sala proiezioni SEA di Malpensa, Terminal 1, Piano Arrivi, di fronte all’Ufficio Postale, con inizio dei lavori alle ore 15,00.

GUARDA I NOSTRI VIDEO

La partecipazione è libera, sia per gli associati e i loro familiari, che per chiunque lo richieda.

Agli ospiti sarà consentito l’ingresso al parcheggio gratuito dipendenti SEA alle ore 14,30. 

Si chiede di confermare la propria presenza inviando comunicazione all’indirizzo di posta limc@libero.it

Microsoft PowerPoint - Paura di Volare ... Istruzioni per l'uso

Di |2017-02-04T17:39:03+01:009 Novembre 2011|Avvisi agli associati|

Arrivo a Malpensa del Boeing 747-8F Cargolux

Lunedì 17 ottobre 2011 nel primo pomeriggio atterrerà a Malpensa il nuovo aeromobile cargo molto particolare.

SEA ha riservato a Clipper la possibilità di partecipare e assistere da vicino a questo evento con un gruppo di associati e, in particolare, accedere al piazzale, nei pressi dello stand cargo dove sosterà l’aeromobile.

Chi volesse aderire all’iniziativa, è pregato di comunicare con urgenza il proprio nominativo al nostro presidente con sms o chiamando al telefono 347-4308794.

Il ritrovo sarà alle ore 15,00 presso la sala Albinoni – Porta 1 – Piano Arrivi – Terminal 1.

Per il parcheggio, le auto saranno accolte nell’area sotto la sopraelevata. L’accesso avverrà attraverso il varco carrabile di servizio con sbarra, lato colonna taxi.

Gli associati iscritti sono pregati di portare con sè il documento di riconoscimento (Carta d’Identità o Passaporto)

Di |2015-09-19T11:45:41+02:0014 Ottobre 2011|Avvisi agli associati|

Trip Report da Amsterdam Schipol: 747-landia! + galleria fotografica

Ci siamo ricascati. Siamo tornati sul luogo del delitto. La Polderbaan ci aveva stregati 2 anni orsono e, tornando, abbiamo portato i rinforzi. Ricardo, Daniele, Gabriele, Paolo, Davide, Renato ed io volevamo rivedere la flotta di B747, MD11 e B777 delle compagnie olandesi basate a Schipol: Klm e Martinair. Insieme alle padrone di casa, ci siamo fatti incastrare anche dai comprimari, che, in questo caso, sono l’americana Delta e l’asiatica China Eastern, entrambe facenti parte dell’alleanza SkyTeam.

Questa volta optiamo per un viaggio di tre giorni, così da poter beffare il tempo che, nel Nord-Europa, è molto variabile. Ma proprio il tempo e la temperatura, non propriamente estiva, ci hanno condizionato. Il cielo sempre pieno di nuvolette e il vento costante e freddo, perché proveniente da Nord, ci ha costretto a indossare le poche felpe e giubbini che avevamo portato.

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Appena arrivati con un 738 di KLM (solo in 5, in quanto Davide e Renato ci hanno raggiunti nella giornata di sabato) e appena presa la macchina a noleggio, ci siamo subito fiondati nei vari spotting-point che avevo precedentemente caricato sul navigatore satellitare (presi da http://www.aviation-photography.nl ). Come primo punto abbiamo scelto la famosa taxiway, che collega l’area terminal con la Polderbaan, che passa sopra ad uno dei tanti canali della bellissima Olanda. Dopo l’eccitazione iniziale, ci accorgiamo però che il sole è alle “spalle” degli aerei (con il vento da nord gli atterraggi avvengono sulla pista 36C e sulla pista 27, mentre i decolli sono sulla pista 36L).

Riprendiamo la macchina e andiamo a vedere uno spotting point che non avevamo visto nella precedente esperienza olandese. La luce ora è ottimale, dato che siamo nel punto sul lato destro della 36L e, in più, gli aerei heavy staccano le ruote davanti a noi (punto G nella cartina www.plane-spotter.com/Airports/Netherlands/AMS/SpotterGuide_AMS.pdf). Non contiamo i vari 747 di KLM e KLM Asia, mentre i nuvoloni minacciano pioggia.

Qui arriva l’unica nota dolente. Abbiamo parcheggiato in sosta vietata, e la solerte polizia ci appioppa una bella contravvenzione di 60€. Da adesso in poi, venire in un punto bellissimo per fotografare, comporta il fatto di farci circa 1 km a piedi. Ma siamo in un paese che ci ospita e rispettiamo le regole; peccato che nei giorni successivi la stessa pattuglia della polizia non abbia avuto la stessa mano nei confronti delle vetture parcheggiate allo stesso modo, invitandole, solo verbalmente, a spostarsi.

Arriva la pioggia proprio nel momento in cui l’agente ci dà la multa e sulla pista decolla il 747 Malaysia. Stanchi e demoralizzati ci spostiamo dall’altro lato della Polderbaan dove c’è un parcheggio adibito proprio a intrattenere gli spotter e chi vuole godersi il decollo e l’atterraggio dei molti aerei presenti. Nel frattempo smette di piovere e ciò ci permette di fotografare con le scie d’acqua sollevate dai motori degli aeromobili.

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La luce non va bene per ottenere immagini decenti e, quindi, prendiamo la macchina e raggiungiamo uno dei negozi di modellismo aereonautico più grande d’europa: www.aviationmegastore.com Abbiamo dovuto incatenare Daniele, collezionista del gruppo, per trattenerlo dal comprare l’intero negozio.

Qui si trova veramente di tutto, da scaffali pieni di libri e DVD, a tutto quello che riguarda la simulazione, a dei pezzi di cockpit (per 1850€ circa potreste comperare il pannello dell’autopilota di un Airbus e metterlo in salotto, con buona pace della moglie…). Ovviamente il nostro buon Daniele ha dato fondo alla carta di credito, per la felicità dei compagni di viaggio, costretti a trattare gli aeromodelli come figli!

Usciti dal paese dei balocchi, con il sole che faceva capolino, ci fiondiamo nel punto di allineamento della Polderbaan (punto D) che risulta essere un gran bel posto per fotografare. Si allineano molti aerei, da segnalare un 747 completamente bianco con solo uno sticker di Martinair cargo. Alle 20 circa, poniamo fine alle ostilità, mangiando qualcosa in uno dei ristoranti del terminal di Schipol. Poi andiamo in albergo e ci addormentiamo quasi sconvolti.

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Il giorno dopo, fatta colazione, ci portiamo nel punto G e andiamo a prendere gli altri che arrivano con il volo EasyJet da Malpensa. Ci ricongiungiamo tutti e passiamo qualche ora alla Polderbaan con una temperatura quasi invernale. Incontriamo uno spotter locale gentilissimo, che ci avvisa delle chicche in arrivo: il 777 in livrea SkyTeam e l’Antonov AN-12. Ci fa notare che, effettivamente, l’aeroporto di Schipol è molto attivo, ma, a volte, anche molto frustrante. Le piste, infatti, vengono alternate molto spesso, per via dei venti e del traffico, con il rischio di doversi fare svariati chilometri per poi vedersi sfuggire l’ambita preda. Tuttavia, a nostro parere, rimane uno degli hub europei più affascinanti a livello fotografico.

Arriva l’ora di pranzo e iniziamo a spostarci verso un altro punto “famoso” di Schipol: il McDonald’s con vista sulla testata della pista 27 (punto K della cartina). La macchina a noleggio ha solo 5 posti, per cui dobbiamo fare due viaggi. Chi rimane ad aspettare, ha più fortuna. Decollano infatti il 777 Korean Air in livrea speciale e un 747 Kalitta evidentemente molto carico, dato che usa tutta la pista per staccare le ruote da terra.

Noi entriamo nel fast food ed oltre a venire omaggiati di 3 caffè mai cosi ben accetti, ci saltano subito all’occhio 3 monitor collegati con il sito casperflights.com che ci mostrano, ritardati di 15 minuti, i voli in tempo reale. Ci rifocilliamo, con uno splendido e “light” Big Tasty, e rimaniamo a vedere gli atterraggi che si susseguono frequenti. Innumerevoli i Fokker che collegano l’aeroporto con tutta Europa, permettendo in tal modo collegamenti con l’Asia, l’America del Nord e tutte le colonie olandesi ( visto ma non fotografato anche l’unico Airbus A343 della Suriname Airlines) a tutti i cittadini dell’Unione.

Il pomeriggio prosegue con la visita sulla terrazza che domina i finger principali dell’Hub. Proprio qualche mese orsono è stato posato sulla terrazza un Fokker 100 (PH-OFE) destinato alla vendita o, peggio, alla demolizione. E’ possibile salire a bordo, dove troveremo la cabina rimasta originale (ma protetta da una paratia in plexiglass) e, tolte le prime 10-12 file di sedili, due file di poltrone originali. A condire il tutto un altoparlante diffonde la radio della torre di controllo e, al posto delle cappelliere, le storie dell’aeroporto e della Fokker. Ovviamente scatta il rito della foto di gruppo.

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Dalla terrazza si seguono i movimenti incessanti di 3 “braccia” della aerostazione. I vari 747 – 777 – 737 – A330 di KLM sono posizionati in tutto l’aeroporto e contribuiscono a una visione d’insieme incredibile. Si possono anche vedere gli atterraggi sulla pista 27, anche se da lontano. In genere le focali utilizzate qui, vanno dal grandangolare per avere una panoramica, al 200mm che bastano (e a volte avanzano) per gli aerei in transito sulle taxi way vicino ai finger.

Giunge il momento di separarci dai nostri compagni d’avventura che ci hanno raggiunto in giornata. Noi 5 rimasti ci concediamo un break in albergo per poi fare una visitina in Amsterdam città: lo spotting è anche questo. Sembra una Venezia in miniatura, con tutti i canali che attraversano la capitale. Basta prestare attenzione alle bici, che passano ovunque e ai motorini che possono andare sulle piste ciclabili. Una cena a base di carne e una buona birretta, prima di andare a curiosare nel quartiere più famoso: il Red district. Qui ci sono tutti gli aerei che un maschietto vorrebbe vedere…

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Il terzo e ultimo giorno, dopo aver fatto colazione e aver fatto check-out, diamo uno sguardo, con iPhone e iPad al sito di flight radar (www.flightradar24.com). Questi strumenti si rivelano molto utili per determinare le piste in uso. Gli atterraggi avvengono sulla pista 06 e ci fiondiamo al punto B. Giusto il tempo di fotografare tre o quattro atterraggi, che ci accorgiamo di una pattuglia della polizia davanti alla nostra auto. Eh no, un’altra volta ancora? L’agente ci consiglia di spostarci, in quanto l’attraversamento della strada da parte nostra, potrebbe essere pericoloso. L’invito viene accolto e, in men che non si dica, ritorniamo al punto G della cartina.

Qui la luce è veramente spettacolare. Mentre lascio la macchina lontano, onde scongiurare un’altra contravvenzione, ho il privilegio di poter godere delle bellezze naturali e architettoniche dell’Olanda. I campi coltivati a orzo fanno da cornice a villette ordinatissime e con tantissimo prato intorno. Sullo sfondo si possono immortalare i decolli che si susseguono, creando delle composizioni, tra natura e tecnologia, davvero interessanti. Giunto allo spotting-point, anche qui c’è il contrasto tra gli aerei e la natura: le reti non esistono, sostituite da canali d’acqua, che accolgono famiglie di palmipedi che sembrano incuranti di noi e del rumore degli aerei. Sostiamo fino a mezzogiorno, dopo riportiamo la macchina (per informazione, una Nissan Juke, troppo piccola per 5 spotter…) e andiamo in terrazza a mangiare un boccone al self-service.

Il nostro volo di ritorno è previsto per le 15 e non abbiamo più tempo per fare altro. Nell’attesa di imbarcarci, notiamo quanto la cultura aeronautica qui sia sviluppata: insieme alle classiche cartoline, ci sono anche le foto degli aerei che operano regolarmente dallo scalo.

In conclusione: Schipol è uno di quegli aeroporti che, almeno una volta, vale la pena di essere visitato. La macchina è necessaria, anche se i mezzi pubblici sono molto efficienti. Gli spotting-point sono molteplici e, a volte, non si ha il pieno controllo della situazione, visto che, con 6 piste e con un vento mutevole, gli ATC hanno di che sbizzarrirsi. In compenso le “prede” sono molto interessanti, con tutta la flotta di KLM da poter osservare, i vari special color delle compagnie operanti e i voli cargo che qui fanno uno stopover, prima di una traversata oceanica. Visto, ma infotografabile, un MD11 Centurion Cargo proveniente, crediamo, da Miami.

In definitiva 3 giorni con gli amici a fotografare, è come fare una mini-vacanza. Con quattro matti come fai a non divertirti?

Fabio Zocchi

GALLERIA FOTOGRAFICA

Mappa dell’aeroporto di Amsterdam con le sei piste segnate in blu. In rosso gli spotting point toccati

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Dalla mitica taxiway che collega l’aeroporto alla Polderbaan

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Dalla Polderbaan gli aerei staccano proprio davanti agli spotter

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Panning artistico!

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Il bellissimo e sempre-verde MD11 KLM

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Cioè…. vi rendete l’idea di dove siamo?  Visto quante reti ci sono????

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Dal parcheggio lato ovest della Polderbaan

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Incateniamo Daniele fuori dal negozio Aviation Megastore…. ma è servito a poco…. con una forza disumana ci ha letteralmente trascinati tutti nel negozio!

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Modellismo, libri, oggettistica varia….un paradiso per gli amanti degli aerei!

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Mamma mia….. chi non vorrebbe una vetrinetta in casa come questa?

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Abbiamo male ai piedi a furia di camminare nel negozio….

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Questo è l’ingresso, choccante!!!!    Questi sono modellini in scala 1/100 e 1/72………..

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Ehm….è piu’ grande il B747 KLM di Fabio….eh eh eh

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Evviva, i nuovi figli di Daniele!!!

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Il mattino dopo, sempre dalla Polderbaan

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Bellissimo aereo sovietico: rumoroso ed ecologico come una macchina Euro -12!!!!
Il fumo è rimasto in cielo per piu’ di 10 minuti, nonostante il forte vento olandese…..

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Fabio che prega al capezzale di Ricardo…..dopo la foto il “defunto” ha spostato le mani nei Paesi Bassi (visto che stiamo in Olanda!) per le varie scongiure del caso…..

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Il gruppo-vacanze al completo, mannaggia sembra inverno….

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Spettacolo!

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Poetico…. campi di orzo….. il cielo azzurro con nuvolette…. un Jumbo di casa in decollo…..

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Le nuvole sono sempre minacciose, ma offrono un bellissimo sfondo contrastato per le foto di aerei….

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Abbiamo capito che non si puo’ parcheggiare ne sostare…in ritardo purtroppo….

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All’interno del Mc Donald’s, sullo sfondo tutte le info aggiornate dal sito di Casperflights.com

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La mitica terrazza di Schiphol….in pratica il parco giochi per noi spotter

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Altro special SkyTeam di China Southern

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Vista dalla terrazza verso il molo Intercontinentali

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Gabiele approva:  la terrazza è il pezzo piu’ bello di questo aeroporto!

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Foto di gruppo sulla scaletta del Fokker 100 posizionato sulla terrazza.
Da sinistra: Davide – Daniele – Gabriele – lo Zio Renato – Fabio – Paolo – Ricardo

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L’interno visitabile offre qualche posto da sedere e la storia della compagnia aerea KLM sulle pareti

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La cabina in perfette condizioni

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Bellissimo, imponente, B777-300 di Eva Air arriva davanti a noi….

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Altri spotter e gruppi vengono a Schiphol lasciando il loro sticker

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Tutti pronti e affamati, alla ricerca di un ristorante, da sx Paolo, Gabriele, Daniele, Fabio e Ricardo

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La città di Amsterdam merita una visita di qualche giorno, bellissima!

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Ok … va bene tutto…. ma puoi andare in giro per la città vestito con una tutina full-body fucsia??? No comment…

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La famosa Red District…. il posto piu’ famoso di Amsterdam… non aggiungiamo altro…. tutti sanno cos’è…

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Di sera l’acqua regala splendide foto

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L’ultimo mattino, aerei in atterraggio sulla pista 06

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La foto racconta tutto….

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45.000 prove di foto con il cellulare di Daniele con sullo sfondo il Jumbo KLM.
Meno male che hanno una grandissima flotta Jumbo!!!

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Lo speciale B777 “piastrellato” di KLM

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Si fotografa anche in aria…

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Arrivederci al prossimo Trip Report!

Di |2016-11-16T20:39:50+01:008 Ottobre 2011|Spotting|