Circa Ricardo Baldassarre

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Trip Report: un weekend di spotting a Zurigo + galleria fotografica

Rieccomi, a breve distanza da Bruxelles, a scrivere un nuovo “spotting report”, che ha avuto come destinazione uno degli aeroporti più fotografati d’ Europa.

Abbiamo deciso di partire per Zurigo Kloten in auto, vista la breve distanza tra l’Italia e la Svizzera, con il proposito di trascorrere una notte lì, per sfruttare al meglio i punti di osservazione che la superficie aeroportuale offre. Siamo partiti di buon mattino ed abbiamo attraversato la Svizzera ticinese e tedesca in poco più di 4 ore; il programma prevedeva di approfittare il più possibile della luce pomeridiana così, giunti in città, ci siamo subito diretti verso lo “spotting point” più famoso di Kloten: l’”Heli Grill”.

Raggiungere questo punto è davvero semplice; è sufficiente lasciare la strada perimetrale a sud dell’aeroporto seguendo le indicazioni e, dopo pochi metri, ci si trova di fronte ad uno spettacolo incredibile. E’ importante sottolineare quanto la Svizzera sia attenta all’osservazione dei mezzi di trasporto, in particolare treni ed aerei; ciò balza subito all’occhio osservando la quantità di agevolazioni dedicate proprio a noi “spotters”. L’Heli Grill è, in realtà, un chiosco prefabbricato permanente con tavolini, ombrelloni coperti da un bel gazebo; si trova al termine di una strada a fondo chiuso che conduce direttamente in uno dei punti maggiormente frequentati. Ci sono due strade pedonali, una asfaltata e l’altra sterrata, che permettono ai pedoni di girare intorno alle piste fino a raggiungere i raccordi principali; la rete a maglie larghe è sollevata dal suolo, così da formare un comodo marciapiede.

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La ciliegina sulla torta, è rappresentata da una lunga serie di inserti circolari di metallo che bucano la rete in maniera regolare, del diametro di oltre 40cm; attraverso questi fori è possibile inserire praticamente ogni tipo di obiettivo, con relativo paraluce e direzionarlo come meglio si desidera, per scattare privi di qualunque barriera.

Appena scesi dall’auto, dopo aver preparato le nostre attrezzature, ci siamo trovati “persi” di fronte all’enorme quantità di decolli ed atterraggi che in pochi minuti si sono susseguiti.

Erano presenti sul posto, una trentina di auto ed una sessantina di persone che, come noi, erano intente ad osservare questo spettacolo dilettandosi in attività fisiche con biciclette e roller.

A Zurigo ciò che maggiormente colpisce è la gestione del traffico aereo, perchè si passa da momenti di relativa calma, a momenti di intenso traffico a piste alternate. Teniamo presente che vi sono tre piste asimmetriche, di cui una perpendicolare alle altre due; i decolli si susseguono ad un ritmo impressionante e sfruttano i raccordi tra le piste principali in maniera perfetta. Le comunicazioni radio sono rapidissime e non di rado si vedono atterraggi in parallelo, di solito, non si contano più di quattro aeromobili incolonnati verso una testata.

zurigo_small_6Il pomeriggio è trascorso fotografando i fragorosi decolli dalle piste 16 e 28; mi piace definirli così perchè da questo punto, si coglie l’aereo nel momento della rotazione e dello stacco dal suolo, in tutta la sua maestosità. Durante i decolli dei numerosi A340 si vede, anche ad occhio nudo, il cono d’aria compressa fuoriuscire dalle turbine, grazie alla notevole vicinanza con le due piste che, intersecandosi, consentono decolli alternati perfetti per i nostri scatti fotografici.

Dopo alcune ore e centinaia di scatti, ci siamo spostati verso un’altro punto chiave di questo aeroporto, vicino ad Oberglatt, che si trova in cima ad una collinetta a sud-ovest dell’aeroporto, sulle testate delle piste 14 e 16.Lasciata la strada principale, si capisce di essere arrivati grazie ad una serie di chioschi, gazebi, una tavola calda, un grande parcheggio ed un parchetto, che accolgono i fanatici spettatori d’aerei. Anche qui la presenza di spotters è copiosa; oltre 50 auto e centinaia di persone con il naso all’insù, fanno capire quanto sia sentita questa attività dai nostri cugini d’oltralpe. I chioschi sono a tema e, al loro interno, fotografie, riviste, recensioni aeronautiche la fanno da padroni; ciò denota come questa forma di “turismo aeroportuale” sia vista come un reale business e non come da noi, un intralcio o un’attività furtiva da perseguire.

Degne di un apprezzamento le tavole “panoramiche”, cioè dei pannelli di legno cementati al suolo con una serie di illustrazioni riguardanti l’aeroporto e l’orientamento delle piste in funzione dei venti; interessanti anche le fotografie delle derive più famose, con tanto di nome della compagnia aerea. Essendo in posizione elevata rispetto alle piste, questo punto d’osservazione consente di scorgere in lontananza anche le vette innevate, che fanno da cornice a questo aeroporto alpino; fotografare da qui significa catturare gli aerei a pochi metri dal suolo in posizione semi-frontale e laterale, con la luce corretta del tardo pomeriggio che ha reso gli scatti perfetti.

zurigo_small_11Stanchi ed affaticati dalla levataccia mattutina e, con il peso della giornata sulle spalle, abbiamo deciso di recuperare le forze riposandoci nell’hotel prescelto, ovviamente vicinissimo all’aeroporto. Fa piuttosto impressione vedere a così breve distanza dall’aeroporto e dalla città, mucche ed ovini al pascolo, con le piste sullo sfondo; è vero che siamo in una città alpina, ma da ciò si evince quanto gli svizzeri tengano alle loro tradizioni. Ripuliti e rifocillati, ci siamo presentati all’”Heli Grill”pronti e baldanzosi per l’appuntamento serale e notturno, neanche fossimo in presenza di una bella donna!!!

Fotografare di notte è un’impresa, in tutti i sensi, ma qui ci siamo sentiti molto sicuri e protetti, vista la costante presenza di numerose persone che come noi, erano lì con il medesimo scopo. Dopo le ore 19.00 i decolli sono stati invertiti; anziché dalle piste 28, 14 e 16, si sono concentrati solo sulla pista 34, la più vicina a noi………………… un vero tripudio! La luce era scarsa, sufficiente per fare qualche scatto decente, però assistere di notte al decollo di un 777 Singapore a 100 metri dal recinto, è stato davvero emozionante.

zurigo_small_4Personalmente non ho scattato alcuna fotografia in quel momento, perchè ho deciso di godermi totalmente il suono dei motori G.E. e di vedere sfilare questo heavy a distanza così ravvicinata nel buio totale. Abbiamo scattato a mano libera sino a quando la luce ce l’ ha consentito poi siamo passati ai treppiedi e, improvvisamente, prima delle ventitrè, ci siamo trovati circondati da una miriade di fuochi d’artificio; lo spettacolo pirotecnico è durato ben due ore perchè, il primo agosto, in Svizzera è festa nazionale. Mentre osservavamo rapiti tale spettacolo ci è balenata per la testa l’idea di produrre un effetto speciale tutto nostro, grazie ad una torcia elettrica, una macchina fotografica montata su un treppiedi, un pizzico di fantasia con l’aggiunta di quella vena goliardica che ti spinge a fare cose inusuali………………..ai più attenti scoprire il trucco.

zurigo_small_9Al termine di questa giornata esaltante, ci siamo ritirati in hotel per recuperare il sonno , visto che l’indomani ci saremmo dovuti alzare alle 6 del mattino per essere in pista entro le ore 7.00, pronti ad accogliere gli arrivi dei voli intercontinentali che normalmente si svolgono durante la notte. Puntuali, ci siamo recati nuovamente all’Heli Grill e, come da copione, dopo le 7 del mattino , sono giunti una grande quantità di “heavy body” con un ritmo frenetico. Pista in uso 34: Singapore, Thai, Air Canada, US , Continental, Swiss, Delta … dai 330 ai 777, ai 767, ai 340 in meno di 30 minuti…. Il punto di impatto dei carrelli al suolo distava meno di 200 metri da noi così, a questa distanza e grazie ai buchi nelle reti, abbiamo fatto dei “close up” davvero incredibili. A ritmo serrato poi sono iniziati i decolli dalla pista perpendicolare e, grazie alla luce favorevole abbiamo racimolato forse il maggior numero di scatti in così poco tempo; a Zurigo, in due giorni, ho superato la quota di 1200 scatti e penso che i miei compagni non siano stati da meno.

Il resto della mattinata l’abbiamo trascorso visitando l’interno dell’aerostazione, il vento e le nubi ci hanno fatto propendere per un’osservazone “al coperto” così ci siamo diretti verso il “Dock B”del terminal; l’interno dell’aerostazione è modernissimo, ricco di punti luce e con ampi scorci sui piani che lo compongono. Non ha molte vetrate e non si sviluppa in verticale ; è tendenzialmente esteso in senso orizzontale, però ciò che colpisce, è la numerosa presenza di strutture in marmo ed acciaio che fanno penetrare la luce naturale dall’esterno; le scale sono sinuose, non ci sono forme appuntite o angoli ; tutto è morbido , pulito e silenzioso…………………svizzero direi! La luce è sempre soffusa e molto soft, i tabelloni “LCD” ampi e leggibili, sono molto discreti; aleggia davvero una sensazione di ordine e calma; piuttosto atipica se riferita ad un aeroporto.

zurigo_small_10Abbiamo attraversato silenziosamente tutto il terminal per digirigerci, come nostra abitudine, verso un punto di osservazione elevato; a tale scopo, siamo andati al decimo piano di un parcheggio nel “Dock A”. La scelta è stata azzeccata in quanto stava inziando a piovigginare, da questo punto abbiamo avuto una delle più alte prospettive che mi siano mai capitate sulle piste, praticamente eravamo allo stesso livello della torre di controllo, puntati sulle piste 28 e 32 ; in questo momento era in uso la 28 per i decolli, cioè la più vicina.

La luce diffusa ed omogenea, grazie alla nuvolosità, ci ha agevolato nel fotografare le carlinghe bianche dei numerossissimi “Swiss air” qui presenti; abbiamo passato il resto della mattinata qui, osservando il traffico al suolo sui decolli in posizione tranquilla e coperta. Passatemi il termine “coperta” perchè purtroppo la pioggerella si è, poco dopo, trasformata in pioggia battente, qui purtroppo capita spesso ; per fortuna il nostro breve soggiorno a Zurigo, a livello climatico, è stato particolarmente favorevole.

Sono felice di aver condiviso con i compagni Fabio e Ricardo questa ulteriore esperienza di spotting perchè la compagnia è stata piacevole come di consueto e, anche questa volta, la fortuna ci ha assistito regalandoci un fuori programma con uno spettacolo pirotecnico degno di nota, in posizione privilegiata.

Zurigo è una meta che raccomando per la spettacolarità dell’aeroporto e la cortesia dei suoi abitanti ; qui uno spotter si sente un re, servito ed agevolato nella sua attività, trovando tantissimi appassionati e simpatizzanti. Qui, è nata una vera e propria cultura basata sul rispetto verso chi si impegna tanto in una attività troppo spesso, in Italia, ostacolata perchè considerata una perdita di tempo. Secondo il mio modesto parere, Zurigo è un modello perfetto da seguire e copiare; non ha bisogno di alcun suggerimento in quanto, da solo, rappresenta forse la massima espressione del turismo aeroportuale.

Davide Daverio

GALLERIA FOTOGRAFICA

Gli spotting point (in rosso) toccati nelle due giornate con in rilievo le piste

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 Appena arrivati all’ Heli Grill decollano di fila 6 Airbus A330 e 2 A340 della compagnia di casa Swiss

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Difficile sbagliare uno scatto grazie ai buchi nelle reti!

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Altri scatti dallo spotting poing “Heli Grill”

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i mitici buchi nella rete con vista della torre di controllo. La striscia scura in primo piano è la pista…siamo veramente vicini agli aerei!!!!

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ci spostiamo in testata pista per vedere un po’ di atterraggi insieme a tanta altra gente….

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questi pannelli indicano i vari monti e le strutture dell’aeroporto

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e questi descrivono tutti gli aerei che si possono vedere a Zurigo, compresi di scheda tecnica!

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L’immancabile birra tra un atterraggio e l’altro…

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questi se la godono: ombrellone, sedia e macchina fotografica!

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incomincia a calare la sera e complice la bellissima giornata di sole si prospettano foto molto interessanti….una vista del piazzale sotto la torre

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Sempre i padroni di casa con questo Bae-146 in special-livery…sono proprio Svizzeri!

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close-up con l’obiettivo a 160mm!!!!

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altre bellissime foto al tramonto…

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Spettacolare la vista dell’aeroporto con i fuochi artificiali

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L’immancabile foto di gruppo: da sinistra Davide Daverio, Ricardo Baldassarre e Fabio Zocchi

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una dedica all’Associazione Clipper da Zurigo ….. quante risate per fare questa scritta!

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il mattino alle 7, in arrivo gli intercontinentali da Asia, Africa e Americhe…

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gita in aeroporto per la colazione: il bellissimo Terminal di Zurigo

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ci spostiamo nei parcheggi multipiano, un’ottima vista sui piazzali e sulle piste!

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Pronto al decollo un Airbus A340 della Swiss quindi………..

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….la situazione si fà SE – RIA

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fine delle foto, al prossimo Trip Report da Amsterdam!

Di |2016-11-16T20:39:57+01:009 Settembre 2009|Spotting|

Foto di Ennio Varani da Bergamo – 9 febbraio 2009

Di |2017-01-27T19:03:49+01:0018 Luglio 2009|Spotting|

Trip Report: una giornata di spotting a Bruxelles + galleria fotografica

La breve avventura che mi accingo a raccontare, con uno stile puramente narrativo, testimonia come a volte una semplice idea, tanta buona volontà , poche risorse e, una buona dose di fortuna, possano essere sufficienti per vivere un’esperienza più unica che rara.
Tutto ha avuto inizio dalla semplice idea di andare a fare “spotting”, in giornata, presso un aeroporto europeo utilizzando, ovviamente il mezzo a noi più congeniale…….un Airbus A319.

Bruxeless “Zaventem” è stata la meta prescelta dopo svariate consultazioni e disquisizioni; ci interessava un aeroporto ampio, trafficato e rapidamente raggiungibile.
Per l’occasione, abbiamo prenotato per tempo un volo low-cost e pianificato nei minimi dettagli il percorso perimetrale , gli spotting points, l’utilizzo delle piste, il time table e persino un navigatore GPS programmato per i vari punti di osservazione.
Prima di partire amici e conoscenti sono rimasti piuttosto incuriositi da questa iniziativa…. … tuttavia alla fine dell’articolo capirete come realmente la fortuna aiuta gli audaci e, il coraggio e la fatica, a volte valgono davvero 2000 km di volo e una levataccia alle 5.00 del mattino.

Ciò che ora leggerete è, quindi, il “ trip report” di questa bellissima avventura lunga un giorno, che ho condiviso con gli amici e soci Ricardo e Fabio. Ci siamo ritrovati al T2 della Malpensa alle 5.30 del mattino per imbarcarci con il volo delle 6.45; da apprezzare il nostro Ricardo, giunto da Torino la sera prima che ha trascorso la notte in auto, cullato dalle turbine degli aerei in movimento.
Assonnati ma galvanizzati da questo particolare viaggio, siamo partiti in orario ed atterrati con ben 20 minuti di anticipo. Siamo sbarcati a Bruxelles alle 7.50 dopo un volo perfetto e lineare; purtroppo però il Belgio ci ha accolto nel peggiore dei modi. Pioggia battente, cielo coperto e scarsa visibilità, ci hanno pesantemente scoraggiato mentre dal T1 osservavamo il notevole traffico presente in questo spettacolare aeroporto.

bru_small_9L’interno dell’aerostazione ha subito catalizzato la nostra attenzione perchè ci è parso pulito, nuovo, ampio ; un mix di vetro, marmo ed acciaio , dalle forme smussate ed arrotondate; la luce fioca dei piazzali inoltre, dava ancora più risalto alle sagome degli aerei parcheggiati. Dopo una breve pausa caffè ci siamo accorti che inaspettatamente la pioggia battente era cessata ed un forte vento aveva iniziato a liberare i grossi cumuli lasciandoci intravedere il sole.
Rapidamente abbiamo lasciato il terminal per prendere un taxi e raggingere il primo spotting point; cioè la testata della pista 25R., richiesta che ha lasciato alquanto perplesso e stupito il tassista. Dopo pochi minuti ci siamo finalmente trovati pronti a familiarizzare con l’aeroporto ed il terreno circostante, intenti a sentire i motori dei tanti decolli ed atterraggi che stavano avvenendo.

Purtroppo il vento variabile, non ha favorito l’utilizzo della pista designata e ci siamo dovuti spostare a piedi verso la pista parallela a sud, cioè la 25L dove in lontananza potevamo scorgere i primi atterraggi. Dopo alcuni chilometri passati attraversando i tipici campi di orzo , abbiamo raggiunto la testata della pista 25L dove finalmente abbiamo potuto iniziare la nostra attività fotografica.
Qui abbiamo sostato in compagnia di altri spotters locali; la posizione era ottima, buono anche il traffico, anche se lo “spotting point” designato come migliore si trovava ancora lontano perchè verso la parte sud delle piste. Seguendo il navigatore ci siamo incamminati verso questo punto, particolarmente privilegiato, ma la fortuna non ci ha assistito perchè strada facendo abbiamo capito come in Belgio, la metereologia sia una scienza davvero imprevedibile.

bru_small_6Siamo passati dalla pioggia battente, alle raffiche di vento , al tiepido sole in pochissimi minuti. La location in questione, particolarmente nascosta tra la boscaglia a sud del perimetro, si trova in cima ad una collinetta di sabbia che domina uno dei punti d’ intersezione più trafficati dell’aeroporto. Qui abbiamo passato pochi minuti di pace prima che su di noi si abbattesse un vero acquazzone che ci ha costretto ad una mesta ritirata in un locale, per fare un rapido spuntino. Qui ci siamo ritrovati a fare il punto della situazione che, fino a quel momento non era stata per nulla a nostro favore; nubi minacciose, acqua e tanta strada da fare, ci avevano un pò disorientato, ma la voglia di scoprire altri scorci era ancora tanta.

bru_small_4Con nuova benzina in corpo ci siamo incamminati verso il terminal attraversando quartieri suggestivi e paesaggi a noi italiani inconsueti. Il forte vento ed il caldo sole hanno contribuito ad asciugare i nostri indumenti ancora fradici mentre raggiungevamo il terminal, dove abbiamo scovato un parcheggio situato in prossimità dell’aeroporto; il settimo piano ci ha regalato dei bellissimi scatti.
La giornata , a parte la stanchezza nelle gambe ed il clima poco favorevole, era trascorsa in maniera assolutamente piacevole; la bella compagnia, le ottime fotografie ci avevano già fatto gioire della nostra “scampagnata”, ma mancava qualche cosa che rendesse l’evento davvero speciale. Improvvisamente, tra uno scatto e l’altro, è comparso un uomo della security chiedendoci quale fosse il motivo della nostra presenza e cosa stessimo facendo lì. Le nostre attrezzature lasciavano ben poco spazio all’immaginazione così, senza dover dare troppe spiegazioni in merito, ci siamo ritrovati a conversare cordialmente con un agente della sicurezza, pronto a rispondere alle nostre domande in maniera esaustiva e ricca di particolari.

Ci ha fatto capire che in Belgio gli “spotters” sono rispettati e agevolati dalle autorità, nel loro intento di immortalare nei loro scatti gli aeromobili; si è complimentato con noi per la fatica di essere giunti sin dall’Italia per ammirare il loro aeroporto e, per premiarci, improvvisamente, ci ha indicato con la mano un timone ed una deriva riportante una bandiera americana piuttosto distanti. Con rara enfasi, prodigo di particolari, ci ha invitato ad incamminarci verso questo soggetto, per cogliere qualcosa che, avremmo capito solo in seguito, si sarebbe rivelato uno scatto strabiliante.

bru_small_2Bene, giunti al punto “X” , come in una caccia al tesoro, ci siamo immediatamente illuminati di fronte a tanta maestosità e bellezza; eravamo a meno di 100 metri dal Boeing 747 U.S. Air Force; uno dei simboli americani più riconosciuti al mondo, dopo la Casa Bianca. Davvero rarissimo da catturare al suolo, di norma circondato da strettissimi cordoni di sicurezza, era lì, di fronte a noi, parcheggiato su un piazzale ad esso dedicato. Come un’opera d’arte, si è lasciato fotografare con tutta calma; emozionati come non mai, ci siamo immortalati con la prestigiosa “preda” ed abbiamo prestato la massima attenzione a non fallire questi scatti unici.

bru_small_5Anche se pesantemente provati, il cammino di ritorno verso il terminal è stato “indolore”, motivati da questa opportunità tutta da raccontare; abbiamo raggiunto, in seguito un locale self -service posto al livello più elevato, le cui vetrate dominano alcuni piazzali. Nel locale tutto è in perfetto stile aeroportuale, con tanto di modellini appesi al soffitto; lì, seduti ad un tavolino, con una visuale che sovrastava le piste, ci siamo concessi degli scatti in tutta calma degustando una birra.
Dopo questa meritata siesta e, dopo aver fotografato anche l’interno dell’aeroporto, ci siamo imbarcati alle 21.00 per il volo di ritorno e ……….. poteva mancare un’ultima emozione ai nostri avventurosi viaggiatori? Tanto per cambiare ( il metereologo a Bruxelles penso sia una professione impossibile) un temporale di forte intensità si è abbattuto sull’aeroporto, costringendoci ad una lunga attesa di 20 minuti prima del push back, già imbarcati.

Come mia consuetudine ad ogni volo, ho consengnato all’AAVV un mio personale flight log da compilare con le informazioni sul volo e tutti i parametri dell’aeromobile; con somma gioia mi è tornato subito perfettamente compilato in ogni sua parte e commentato dal primo ufficiale con un laconico “have fun!” forse alludendo al temporale che era sopra di noi. Siamo poi decollati e rientrati in tutta tranquillità portando con noi una serie di ricordi di una giornata tanto breve quanto intensa. Ed ecco che, tutti coloro che sono rimasti perplessi all’inizio, per questa nostra iniziativa, hanno mostrato stupore e grande interesse nel sapere e nel vedere come si è svolta questa esperienza. Il commento più ricorrente ha riguardato la grande “fortuna” (vi risparmio il termine colorito che la rappresenta) di aver potuto fotografare l’illustre aereo americano; ma credo che, a volte, davvero la fortuna va cercata e premia chi persevera. Abbiamo affrontato vento, acqua, fango e tanti chilometri per portare a casa alcuni scatti storici. Tutto il resto, grazie alla splendida compagnia, ha rappresentato un piccolo viaggio alla scoperta di un nuovo paese, in tutte le sue sfumature paesaggistiche.

Con questo breve “trip report”, spero di aver stimolato la mente di qualche lettore, con l’intento di dimostrare che basta davvero poco per vivere una nuova esperienza e che spesso, bisogna vivere fino in fondo ogni situazione, nel bene o nel male; a volte pochi minuti valgono un’intera giornata e spesso essere fiduciosi e curiosi spinge a scoprire cose inimmaginabili.
Rivolgo a nome anche dei miei due compagni di viaggio Fabio e Ricardo, un grazie a quell’uomo di cui non conosco il nome , non ricordo più il volto ma del quale, sicuramente ricorderò sempre la disponibilità e gentilezza nel guidarci verso un’esperienza irripetibile per noi “spotters”. Sicuramente quest’avventura rimarrà per noi un ricordo indelebile e, si accompagnerà alla speranza di ripetere al più presto una gita, così fuori dagli schemi per la maggior parte delle persone ma, così densa di significato per coloro che condividono questa passione per gli aerei.

Davide Daverio
GALLERIA FOTOGRAFICA
Gli spotting point (in rosso) toccati in questa giornata.
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Passeggiando per le strade di Steenokkerzeel si incontrano grosse prede…
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I padroni di casa, uno dei tanti Bea 146 di Brussels Airlines
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Sempre loro, ma con Boeing 737
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Un Boeing 767 Jetair in atterraggio
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Tra i campi di orzo, un Boeing 777 Continental
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Toh, guarda chi si vede!  Potevamo venire con loro…..
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Un Boeing 747 della Cathay Pacific Cargo, ripreso dal parcheggio multipiano
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L’ US Air Force Boeing E-4B, foto realizzata con la tecnica HDR
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Foto di gruppo con la sopresa della giornata, da sinistra Fabio, Davide e Ricardo
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Particolare…ma quante antenne ha????
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Zona Cargo, un Boeing 757 DHL
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Aerei in manutenzione, un Airbus A330 dei padroni di casa ripreso dal parcheggio multipiano
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Sempre dal multipiano, un boeing B747 CargoB in riparazione
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Dal bar con vista sul piazzale, una foto ricordo degli “avventurieri” – da sinistra Ricardo Baldassarre, Davide Daverio e Fabio Zocchi
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Dal bar panoramico, push-back di un Aibus A319 Brussels
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Sempre dalla terrazza, tra un sorso di birra una spottata agli aerei sul piazzale.
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Una panoramica della stupenda struttra in vetro e acciaio del terminal T1
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Decollo di un Boeing 747 – Asiana Cargo, ripreso tranquillamente dal terminal poco prima di imbarcarci
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Un Ethiopian con Boeing 767, in decollo
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Di |2016-11-16T20:39:57+01:002 Luglio 2009|Spotting|