Rieccoci. Solita macchina, soliti tre spotters curiosi ed affamati di prede speciali.
Già, ma dove sarà puntato il navigatore posizionato sul cruscotto? Quali altre mete vedremo, questa volta?
Partiamo dalla fine, dal primo EuroSpottingTour2015 tra Zurigo, Francoforte, Düsseldorf e Amsterdam. Appena finito ci promettemmo che il 2016 avrebbe visto la seconda edizione di un viaggio del genere, ma con una novita’: Parigi Charles de Gaulle.
E sia.
1 giugno. Il sole ci accompagna fino a Zurigo, anche se tra molte nuvolette. Il solito bellissimo paesaggio, il solito Tunnel del Gottardo con la novità dell’apertura del nuovo AlpTransit come contorno, solito traffico ma con le nuove chicche di recente consegna a Swiss da parte di Boeing.
Il primo B777-300ER consegnato è l’ HB-JNA con la livrea dedicata alle persone che lavorano nella Compagnia aerea e assieme al secondo (HB-JNB) ce li troviamo appena arrivati al classico Heligrill pronti per il decollo. Invece l’ultimo HB-JND consegnato solo due giorni prima e’ parcheggiato nei remoti a lato dell’Airbus A380 Emirates, ormai presente come il prezzemolo in quasi ogni aeroporto europeo.
In mezzo a velivoli ormai visti e rivisti, uno su tutti il Jumbolino HB-IYS con i colori “Shopping Paradise Zürich Airport”, spuntano anche i velivoli governativi, con l’A319 della nostra Aeronautica che ci passa davanti e riporta il nostro premier Renzi a casa, dopo aver inaugurato il tunnel dell’AlpTransit insieme a Hollande (visto ma non pienamente fotografabile anche il Falcon dell’Armee de l’Air) e alla Cancelliera Merkel. Praticamente i paesi che visiteremo in questo viaggio.
Passato il picco di partenze del dopo mezzogiorno ci muoviamo in largo anticipo in testata pista per la chicca della giornata, così troviamo sicuramente parcheggio…. eh no, stavolta il grande parcheggio è strapieno di macchine e gente!
Il motivo? Beh, diciamo che vedere il mitico Ed Force One che porta gli Iron Maiden non e’ roba da tutti i giorni… TF-AAK, un 747-428 ex AirFrance interamente vestito con i caratteri cubitali della band e con Ed sul timone che ci guarda truce, fa decisamente gola a tutti gli appassionati del genere, cioè noi!
Appena atterrato quasi tutti corrono verso l’Heligrill con il preciso intento di fotografarlo a terra, ma un cordone di Polizia impedisce di avvicinarsi alla rete. Peccato, l’intenzione era di immortalare la scritta al completo, mentre era fermo ai parcheggi vicino agli altri aerei istituzionali.
Scopriamo anche che nei prossimi mesi partirà la costruzione di una piattaforma rialzata dedicata agli spotters ed ai comuni visitatori e curiosi in zona Heligrill. Sembra che l’ampliamento con conseguente modifica del layout di tutta la zona sia rinviato. Infatti il cartello che avevamo fotografato negli anni scorsi è scomparso.
Dopo questo antipasto gustoso, è ora di rimetterci in marcia: destinazione Frankfurt Am Main.
Circa 450 km di autobahn separano i due aeroporti e arriviamo al nostro hotel nei pressi dell’aeroporto già con il buio, squarciato solo dai potenti fari che illuminano le taxiway e i piazzali. Piove, anche se non intensamente.
Ovviamente non possiamo non fermarci a cenare a base di schnitzel e weissbier al nostro solito ristorante. Dove? A Morfelden, paesino vicinissimo allo scalo tedesco, sulla strada che porta a Russelsheim, precisamente qui. Come al solito il brindisi a questa ennesima pazzia è un must irrinunciabile.
Ci svegliamo abbastanza presto, la mattina seguente, con il preciso intento di andare nel punto più bello, a mio parere, dove fotografare: il ponte sull’autostrada A5. Ombrelli e K-Way fanno parte del nostro corredo perché, ahimè, anche oggi il tempo non promette nulla di buono.
C’è l’imbarazzo della scelta con gli arrivi che si susseguono a ritmi da rush-hour. B747-8, A380, B777, B767 oltre alla infinita schiera di A32x e B737 di Lufthansa. E, giusto per iniziare, un A380 proveniente da New Delhi compie un bel mancato atterraggio con relativa riattaccata e virata stretta per riatterrare. Da qui le focali usate spaziano dal 24mm a pieno formato per i passaggi sulla taxiway fino al 400mm su APS-C per gli atterraggi sulla pista.
Grazie all’esperienza dello scorso anno, abbiamo provveduto ad acquistare una sim con traffico dati per l’uso all’estero e sfruttato il noto FlightRadar24 su smartphone e tablet per controllare costantemente il traffico senza dover correre al minimo suono per poi trovarsi davanti, ad esempio, un A320 easyJet. Bello eh, ma a Malpensa ce ne sono un’infinità…
Lufthansa possiede 276 aerei, di cui 154 della famiglia A32x, 19 A330-300, 33 A340 divisi tra le versioni -300/-600 e 14 A380. In casa Boeing possono contare su 7 B737 ormai sulla via della pensione vista l’età media di 25 anni, 32 B747 di cui 19 nella versione -8 Intercontinental e 5 777-200 in versione cargo. Così, come i 12 MD11 cargo in piena attività.
Le prede ambite e ricercate sono i due nuovi A320 Neo (New Engine Option) che sono in dotazione solo a Lufthansa e a Indigo. Le matricole tedesche sono D-AINA (A320-271N cn.6801 motori Pratt-Whitney PW1127G) e D-AINB (cn 6864). Come previsto, viste le destinazioni europee dei narrowbody, riusciamo a immortalarli facilmente e a sentirne il nuovo caratteristico suono effettivamente più contenuto delle versioni fin qui prodotte. Ma che belli però con quei motoroni che fanno tanto GE90!
Dal ponte dell’autostrada, tra una Mustang e una Porsche che corrono ad alta velocità, possiamo ammirare sulla taxiway anche gli aerei che vengono spostati ai parcheggi remoti, tra i quali spiccano il B787-8 Dreamliner di Vietnam Airlines, l’A330 AirChina e l’A340-600 South African in livrea Star Alliance.
Ad un certo punto arriva un signore sulla cinquantina in bici e K-way catarifrangente, con in bella vista il cartellino della Fraport, l’ente gestore dell’aeroporto. Ci dice che oggi arriverà con un volo inaugurale la compagnia islandese Wow con un A321 e che, probabilmente, i Vigili del Fuoco faranno un water cannon di saluto e di benvenuto. Aspettiamo ardentemente l’arrivo dell’islandese e una volta atterrato lo seguiamo fino alla sua postazione purtroppo senza il saluto dei cannoni d’acqua, anzi senza nemmeno una goccia…. Pazienza, la gentilezza e la cortesia nell’indicarci anche il punto preciso dove avrebbero parcheggiato l’aereo ci ha stupito.
Nel pomeriggio ci spostiamo nello spotting-point famoso da dove poter fotografare gli aerei in decollo dalla pista 18. Come al solito dovremmo imparare come i tedeschi gestiscono lo “spettacolo” degli aerei, visto come e dove hanno piazzato questi punti di visione. Da qui gli aerei si possono ammirare ad un centinaio di metri, senza nessun ostacolo con focali che possono anche essere corte, diciamo che un 200mm è perfino esagerato.
Volete un’altra prova? Siamo andati a curiosare la nuova piattaforma elevata costruita a fianco dell’ultima pista costruita pochi anni fa, denominata 25R. Semplicemente perfetta, elevata, spaziosa, con due panchine per sedersi e con un buon parcheggio a poche centinaia di metri. Su questa pista, parallela alle due principali, avvengono gli atterraggi anche di aerei a doppio corridoio ad eccezione di B747, A380 e MD11. Atterrano e ritornano indietro dalla taxiway ancora più vicina. Spesso il saluto ai piloti viene ricambiato generando un’immediata empatia con questo o quell’equipaggio.
Verso il tardo pomeriggio prendiamo la strada verso Parigi fermandoci a un’ottantina di chilometri dalla capitale francese. Siamo a Chateau-Thierry e guardando la tv, scopriamo che ci sono state forti inondazioni in Germania e proprio in Francia. La mattina successiva scorgiamo i campi allagati e i fiumi in piena, di certo non è il meteo che ci saremmo aspettati nel mese di giugno.
Arriviamo nel punto posto a nord delle piste dell’hub parigino accanto al ponte che passa sotto alle piste dell’A1. CDG-LFPG, questi codici internazionali dell’aeroporto dedicato a Charles De Gaulle, Presidente della Repubblica Francese negli anni dal 1959 al 1969. L’aeroporto dispone di quattro piste parallele, o quasi, denominate 9/27 e 8/26 con quelle interne destinate normalmente ai decolli di lunghezza superiore ai 4 km mentre quelle più esterne dedicate esclusivamente agli atterraggi, lunghe circa 2 km e mezzo. Questo e’ il nono aeroporto al mondo per traffico passeggeri con 65,5 milioni di viaggiatori passati nel 2015 nei vari terminal del Charles De Gaulle.
Per poter esercitare il nostro hobby in sicurezza e nel rispetto delle leggi locali abbiamo dovuto mandare una mail alla Polizia dell’Aeroporto per poter ricevere un’autorizzazione a fotografare sia qui che a Paris-Orly. Già nel 2009, in occasione della prima visita a CDG, fummo costretti a richiederla ma ora l’autorizzazione deve essere rinnovata ogni tre anni e con dati aggiornati insieme alla foto.
Dal sito airlirnerinparis.com abbiamo trovato una interessante e completa guida sui vari punti. Indispensabile è dotarsi di una scala soprattutto perché per molti punti è necessario “superare” la rete per ottenere delle immagini pulite.
La scelta dei vari posti dove poter fotografare gli aeromobili è molto difficile e a nostro parere il migliore è il numero 3. In questo punto è possibile anche non usare scale o scalette varie a patto di voler fotografare solo gli aerei in atterraggio. Per le partenze, oltre a dover usare almeno un 300mm, bisogna sopraelevarsi di poco per ottenere una visione pulita.
Passiamo la mattinata qui e poi ci trasferiamo a vedere gli altri punti sempre elencati in questa guida. Nel pomeriggio abbiamo valutato il n.7 a fianco alla Caserma della Gendarmerie con i cani in addestramento a fare da sottofondo sonoro. Ottimo punto sopraelevato grazie ad una collinetta dove poter fotografare gli aerei sulla taxiway Bravo. Curiosi, siamo andati a controllare anche altri due punti, il n.6 e il n.10. Molto vicini tra di loro e ancora più vicini alla stessa taxiway ma presentano una bella rete (come è logico…) che va superata con l’ausilio della scala.
Ci spostiamo a sud dell’aeroporto nei pressi del Memoriale del disastro del Concorde dove si trova il punto n.4. Complice un meteo pessimo non riusciamo a vedere molto. Ci piazziamo davanti al memoriale, che ricorda una ferita ancora aperta nella memoria di noi appassionati di aviazione, ma anche dell’opinione pubblica. Purtroppo e’ chiuso e, secondo noi, messo in un punto poco visibile e irraggiungibile anche a chi vuole fermarsi tra un volo e l’altro.
Vogliamo vedere anche gli altri punti e puntiamo il navigatore verso il punto n.13. La montagna che ci suggeriscono è molto alta ma impraticabile per il fango dovuto alle incessanti piogge. Passando per vedere il Concorde esposto (macchina eccezionale peraltro!), giriamo intorno a quello che era uno dei punti più belli dove poter fotografare vicino alle taxiway F e N. Come letto sulla guida, il punto e’ diventato un parcheggio riservato ai dipendenti aeroportuali. Nel riportarci nel punto n.3, costeggiamo la taxiway R e “gareggiamo” con un B767 della società saudita Saudi Aramco.
Aspettiamo la sera e speriamo in un miglioramento del meteo. Possiamo senz’altro scrivere che i collegamenti dall’hub parigini sono praticamente con tutto il mondo. Ovviamente le connessioni contano anche delle innumerevoli zone a lingua francese: pensiamo soprattutto all’Africa e alle varie isole come la Polinesia o Reunion. Air Tahiti Nui, con i loro A340-300, li si possono ammirare solo qui, a Los Angeles e, ovviamente, a Tahiti.
Anche qui gli “special” non mancano, e spicca su tutti uno dei due A380 di Singapore Airlines dedicato ai 50 anni della indipendenza dalla Malesia. Oppure l’A330 di China Southern in livrea SkyTeam o l’Eva Air con la livrea Hello Kitty.
Ormai stanchi ci portiamo verso l’albergo nella vicina Mauregard. Una cena a base di hamburger da….. no, non il solito McDonald’s, ma nella catena francese di Buffalo Grill, consigliata se non siete vegetariani! A letto presto, la mattina dopo dovremo fare una levataccia!
Già, perché per fotografare uno dei Boeing B777-300ER di Air Austral bisogna essere sul campo alle 5.30 quando atterrano da Reunion. Optiamo per andare nella zona del memoriale del Concorde perché statisticamente gli incoming dal sud del mondo arrivano li. Riusciamo a immortalarlo, non senza fatica e a ISO altissimi, perché anche oggi il meteo rimane inclemente. Però complimenti a chi ha disegnato la livrea perché è veramente bellissima. E non abbiamo visto l’ultimo arrivato, un bel Dreamliner….