Aeroporto di Milano-Malpensa, 22 giugno 2024: una distesa di puntini gialli,a partire dal primo pomeriggio ha riempito le piste dello scalo milanese. No, non sto parlando di uno strano fenomeno naturale o di una fioritura estiva anomala ma dell’ultima sessione di spotting organizzata dall’Associazione Clipper che ha visto quasi 50 (avete letto bene – cinquanta!) partecipanti . Questi spotters, con le loro pettorine gialle, hanno scattato migliaia di foto agli aeromobili in transito, decollo ed atterraggio nel nostro amato aeroporto.

Dal punto di vista partecipativo, l’evento è stato particolarmente ricco anche per due altri motivi: innanzitutto, abbiamo registrato la presenza di tantissimi ragazzi davvero molto, molto giovani (si andava dall’età delle scuole medie fino a tutta la teenage), fattore che ci ha inorgoglito perché significa che la cultura dell’aviazione è riuscita, perlomeno in alcuni casi, a conquistare un pubblico particolare e sensibile come quello degli adolescenti; e poi abbiamo avuto un ospite davvero di eccezione: il sempre più famoso divulgatore social Raed, che, con i suoi numerosi e coinvolgenti video a tema su Tik Tok, Instagram  e  YouTube,  ha conquistato un pubblico molto vasto ed eterogeneo. Con la sua personalità simpatica e brillante (unita ad un look inconfondibile!) oltre a realizzare i propri video, si è dedicato ad interagire e parlare con tutti i partecipanti e ha contribuito a rendere la sessione un momento di scambio, divertimento ed approfondimento molto piacevole.

Durante la permanenza nel sedime aeroportuale, ci siamo spostati in tre diversi spotting point: “De-icing”, “Stand 701” ed “Area carburanti”, avendo così la possibilità di fotografare gli aerei nelle tre diverse fasi del volo, cioè rullaggio, decollo ed atterraggio. In particolare la postazione del  de-icing è sempre particolarmente comoda perché, sfruttando la scala di servizio del capannone, è possibile avere una prospettiva elevata e cogliere scatti interessanti e meno consueti.

Ma veniamo agli aerei e, siccome siamo in clima di campionati europei di calcio, andiamo per aree geografiche. Iniziano “col botto” i paesi arabi: appena arrivati, giusto il tempo di posare gli zaini ed allestire le attrezzature, ci siamo trovati davanti due Airbus A380 di Emirates, uno in decollo davanti a noi ed uno in atterraggio alla nostra destra.

Non c’è niente da fare, ogni volta questo aereo ci si stupisce per la sua grandezza, imponenza e silenziosità. Hanno fatto seguito un A350 di Qatar Airways, un A320 della Royal Jordanian Airlines (stavolta in livrea bianca) ed un A330 di Saudia, tornato, invece, alla livrea attuale dopo la parentesi retro dei mesi scorsi.  Bellissimo e anch’esso in sfilata davanti a noi, un A330 della Kuwait che, al pari di Egyptair, ha scelto colori bianco-azzurri per i propri aeroplani.

La presenza europea non è comunque stata da meno: oltre agli ospiti fissi EasyJet con i suoi A320 a cui si contrappone Ryanair con i B737, abbiamo visto un B737 di Icelandair con una livrea ancora nuova oltre a quelle già viste recentemente, a mio giudizio tutte molto “fresche”, colorate ed accattivanti.

La zona delle Alpi è stata egregiamente rappresentata dagli Embraer di Austrian Airlines ed Helvetic mentre per quanto riguarda l’Italia, con Neos abbiamo potuto attraversare virtualmente tutta la penisola grazie al B737 “Sicily” con logo dedicato al volo Milano-Palermo-New York. Quest’ultimo è stato emozionante perché ha ricordato il viaggio (sebbene in condizioni ben diverse) che hanno affrontato i nostri bis e trisnonni agli inizi del secolo scorso per cercare fortuna in America. 

Infine, un altro B737 dai colori bianco-azzurri, stavolta della spagnola Air Europa, ci ha onorato di una sorta di inchino durante la manovra di rullaggio.

A proposito di America, questo continente ha proposto durante la sessione un solo B787 della United, fatta eccezione per il B777 di Latam che è rimasto parcheggiato nel proprio gate per tutta la giornata.
Ci sono stati anche un paio di ritorni graditi, piccole compagnie che non vedevamo da un po’ ma che ci hanno riportato i loro aerei da fotografare: due B737, rispettivamente di Air Horizont e Sun Express ed un A320 di FlyOne, compagnia moldava ma che opera voli dalla capitale dell’Armenia, Jerevan (Stato di cui peraltro reca la bandiera sulla fusoliera) su Milano.

Abbandoniamo un attimo gli aerei di linea passeggeri per parlare dei cargo. Oltre al B737 di Poste Air Cargo (che abbiamo visto in rullaggio, parcheggio e successivo decollo nel giro di un’oretta e mezza), lo spettacolo più imponente e grandioso ci è stato regalato dal B747 di Cargolux: pushback, manovra, rullaggio ed incredibile decollo proprio sopra le nostre teste, a testimonianza di come l’ingegneria abbia reso possibile far volare un bestione di queste dimensioni con apparente naturalezza.

La parte finale della sessione ci ha offerto uno spettacolo naturale incredibile: il cielo, da limpido con nuvolette a “panna montata” in lontananza, si è fatto via via più cupo, coperto da una parte da nuvoloni plumbei blu scuro e dall’altra da un grigio uniforme attraversato da numerosi lampi, con tutto il sedime aeroportuale battuto da un forte vento.  Sicuramente uno scenario bellissimo da contemplare o da cui trarre ispirazioni poetiche e pittoriche ma un po’ meno adatto per scattare foto con una certa comodità. Per fortuna eravamo nella zona carburanti, settore che offre adeguato riparo dalla pioggia che di lì a poco si è abbattuta sulle piste ma che non ci ha impedito di catturare coi nostri scatti diversi decolli oltre a due “mostri” davvero incredibili: un B787 di Air India e, indovinate un po’, un altro ed ultimo maestoso A380 di Emirates, aerei che, nella luce particolare che si era creata, hanno chiuso la sessione di spotting nel modo più pittoresco e spettacolare che si potesse desiderare.

Grazie ad AirClipper, SEA ed alla collaborazione sempre speciale della IVNG (le guardie giurate che ci scortano sempre come amichevoli angeli custodi) abbiamo potuto vedere tantissimi sorrisi sui volti dei partecipanti di questa stupenda sessione.

Testo di Francesco Reina – Foto di Arianna Iori e Gianpietro Bardizza